«Siamo arrabbiati, e questa rabbia dobbiamo metterla in campo». Se le parole di Luciano Spalletti dopo l’uscita di scena dalla Champions League avevano lo scopo di suscitare una reazione nei suoi calciatori, l’obiettivo è stato centrato. La conferma arriva da Alessandro Florenzi, che ieri ha compiuto 25 anni (a Trigoria pizza per tutti, anche per festeggiare la nascita di Isabel Totti) «Quella con l’Udinese è una partita importante, se avessimo vinto a Madrid avremmo preso la strada più rapida per diventare grandi, adesso dobbiamo metterci un po’ di più», ha dichiarato a Roma Radio.
A Udine, vista l’emergenza a centrocampo, potrebbe avanzare la sua posizione. «Il ruolo per me conta poco, sono un giocatore che riesce a dare il suo contributo ovunque. Spero con l’allenamento di riuscire a colmare le mie lacune. Quest’anno ho affrontato Messi, Bale, Neymar, Ronaldo: sono fenomeni e da loro cerco sempre di rubare un gesto o una corsa. La fascia da capitano? Sono il terzo o il quarto in squadra, dipende anche da Keita, davanti a me ci sono due mostri che hanno dato la vita per la Roma».
Sia Totti che De Rossi, citati indirettamente da Florenzi, dovrebbero partire dalla panchina ad Udine: il numero 10 per scelta tecnica – scrive il Corriere della Sera -, il centrocampista perché ha solo due allenamenti interi nelle gambe. Ancora in dubbio Pjanic e Nainggolan, mentre ci sarà sicurramente Salah. «Ho scelto la Roma – le sue parole a Roma Tv – perché voglio vincere con questa maglia, in un club così popolare anche nel mio paese. È impossibile non innamorarsi di una città come Roma e non soffrire per questa maglia».
Un amore che tarda a sbocciare è quello con Edin Dzeko: dopo la prova non brillante di Madrid, quella di Udine potrebbe essere per lui l’ultima chiamata, in una formazione ancora una volta a trazione anteriore con El Shaarawy e Perotti. In difesa confermato Zukanovic, possibile l’utilizzo di Maicon.