(M.Brega – M.Dalla Vite) – Come una commedia in tre atti. Primo atto: Brozo è un tipo riservato. Secondo atto: Brozo è uno simpatico. Terzo: Epic Brozo è simpaticissimo. Su che tipo di giocatore è Marcelo («Si pronuncia Marzelo», sorride lui) Brozovic si sa: un tuttocampista, con strappo, pause lunghe così ma anche gol diamantiferi e forza atletica ora esplosiva ora un po’ ciondolante. Su ciò che è veramente – dietro le quinte – l’inventore della posa Epic, ecco, qui se ne può parlare. Anzi, finalmente ne parla lui.
La sfida dell’Olimpico è un dentro-fuori.
«È certamente importante, ma faccio una considerazione: mettete che vinciamo a Roma e dopo ne perdiamo o non abbiamo continuità, che cosa abbiamo risolto?».
Niente.
«Appunto. È chiaro che il match è cruciale e che spero di vincerlo, ma da qui alla fine bisogna vincerne tante. Praticamente tutte. Da Inter».
È una Roma abbastanza diversa da quella dell’andata: altro allenatore e due punte in più, El Shaarawy e Perotti.
«Abbiamo guardato le due gare di andata e ritorno contro il Real Madrid e mi sono sorpreso del come non siano riusciti a segnare nella gara giocata in Spagna dopo aver creato quelle bellissime occasioni. Cosa voglio dire? Che è una squadra che ha tecnica, che corre, che viene da otto vittorie di fila e che dietro ha un lavoro tattico notevole».