(D. Stoppini) – E poi c’è chi la figlia l’ha già presa in braccio per la prima volta, un mese fa: Una faceva pensare a «Unabomber», ma in verità Edin Dzeko — segnalato molto giù di corda nel post Madrid — sta facendo tutto il possibile per smentire l’accostamento. Il Bernabeu è stata solo l’ultima tappa di un calvario. Non l’ultima chance, però. Perché Luciano Spalletti non è tipo che molla facilmente, figurarsi se può permettersi di lasciare per strada un centravanti a 10 partite dal termine della stagione. L’Udinese allora vale come un rilancio, l’ennesimo su una ruota fin qui perdente. Dzeko ancora titolare, dopo la notte delle beffe del Bernabeu. Queste sono le indicazioni da Trigoria, con due giorni di allenamento ancora davanti.
Ma pure con qualche problema di formazione che accompagna Spalletti: Pjanic ieri si è allenato regolarmente, però la caviglia è ancora dolorante e c’è pure una diffidapendente con vista sull’Inter. De Rossi sarà convocato, ma viene da molti giorni di inattività e dunque non può essere al pari dei compagni. Nainggolan è praticamente out, poi c’è Keita, che non può mica giornale tutte. Traduzione: l’abbondanza non è di casa a centrocampo. E allora è facile pensare che il 4-2-3-1 di Madrid, con Salah, Perotti ed El Shaarawy dietro a Dzeko, possa essere riproposto anche domenica a Udine, a caccia dell’ottava vittoria consecutiva in campionato. E il bosniaco titolare avrebbe il sapore di un’altra scommessa da vincere da parte del tecnico. Della serie: se vinco anche questa, se nel meccanismo inserisco anche il 9, allora il discorso si fa davvero interessante. Ancor più di quanto non lo sia già, questo ritorno di Spalletti a Roma.