Quello di ieri è il 9° gol stagionale (7 in campionato) per Edin Dzeko, a un passo dalla doppia cifra, il che per un centravanti in crisi d’identità non è poi così malaccio.
Non è un caso in fondo che Spalletti dica: «Edin è capace di queste cose e anche di altre. Non mi ha pregato per avere una maglia da titolare, ma gliel’avrei data lo stesso altrimenti psicologicamente lo perdi. E così alla prossima gliela ridarò ancora una volta e nello spogliatoio lo bacerò due volte». Certo, forse la pasqua udinese non basterà per riscattare del tutto un’annata imperfetta, però se la Roma è salita sull’ottovolante delle vittorie consecutive il merito è anche suo. Insomma, forse il bosniaco non avrà gli occhi di tigre che piacevano a Velasco – scrive la Gazzetta dello Sport -, ma a calcio sa giocare.
E allora non sorprende che dagli Stati Uniti il presidente Pallotta si associ alla felicità degli oltre tremila tifosi giallorossi che sciamano felici dallo stadio. «Bella vittoria – dice il numero uno del club, che incassa la vittoria come dono per il suo 58° compleanno – la strada è quella giusta». Ci crede anche Dzeko, che rivendica con orgoglio il suo lavoro. «Negli ultimi tempi i numeri sono dalla mia parte – spiega –, visto che nelle ultime 3 partite di campionato in cui sono stato titolare ho segnato 4 gol. Certo, si può sempre migliorare. In generale, quello italiano è un campionato difensivo e avevo bisogno di tempo per integrarmi. Mi sento sempre meglio, sulla strada giusta e spero di continuare così. Il mio futuro comunque è a Roma. I tifosi, poi, sono stati sempre dalla mia parte». Dzeko sa però che quella decisiva è la fiducia di Spalletti. «Importante che, dopo Madrid, me l’abbia data. E per questo devo ringraziarlo. In partite come questa con l’Udinese, è utile segnare subito. Adesso sono pronto per il rush finale, anche perché, in tutte le squadre dove ho giocato, gli ultimi mesi di campionato sono stati sempre importanti per me».