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GAZZETTA DELLO SPORT Pjanic-Borja: regia da Champions

Pjanic
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(M. Cecchini) – Tre mesi fa, nello spogliatoio, Borja Valero ha trovato una fascia tricolore da sindaco. Ecco, nonostante Miralem Pjanic sia il capocannoniere stagionale della Roma (11 reti), il ruolo di Primo Cittadino «in pectore» – in un periodo storico in cui persino Re Totti perde ammiratori – non lo avrà mai. Apprezzato ma non amatissimo, quello che è il fulcro del gioco giallorosso, può guardare allo specchio il suo dirimpettaio viola, con cui condivide il gusto del tocco morbido e la capacità di giocare in tutti i ruoli del centrocampo. Il paradosso, in fondo, è un po’ proprio questo: nonostante lo spagnolo sia arrivato alla Fiorentina un anno dopo rispetto all’approdo del bosniaco a Roma, lui e la sua famiglia (la moglie posta foto di bellissimi scorci fiorentini) sono entrati nel cuore di una città che sa essere generosa e diffidente nello stesso tempo.

SIRENE INGLESI – Con queste premesse, nessuna meraviglia che le voci sempre più insistenti che vogliono Pjanic nel mirino del Chelsea per la prossima stagione potrebbero trovare terreno fertile nella Roma, soprattutto se le esigenze finanziarie rendessero utile una operazione da circa 31 milioni di euro (questa pare essere la clausola di rescissione del centrocampista). Tutto ovviamente prematuro, ma non assurdo.

CORSA E CARATTERE – Visto che il calcio è anche immaginazione, facile immaginare una squadra in cui i due possano convivere. Pjanic ha caratteristiche più offensive, ama l’assist, ma anche cercare la porta. Borja Valero invece, qualsiasi posizione sia chiamato a ricoprire – da regista davanti alla difesa a mezzala, da trequartista fino addirittura ad esterno d’attacco – ha più vocazione all’interdizione, al rubare palla. Ma occhio anche ad un altro dato che riguarda il giallorosso: al termine di ogni partita è sempre sul podio sul piano dei chilometri percorsi. Come dire, il suo è uno dei casi in cui la qualità è abbinata anche alla quantità. In generale, perciò, non può sorprendere l’enorme stima che Spallettie Paulo Sousa hanno nei confronti dei loro alfieri. Però con una differenza di fondo: se Spalletti farà fatica a vedere in Miralem il giocatore che fu, a Firenze raccontano come il portoghese si ritrova molto nell’intelligenza calcistica che lo spagnolo ha portato alla squadra viola. Borja Valero, in fondo, spesso è l’emanazione del suo allenatore in campo.

MAI FERMARSI – E allora è chiaro che la sfida tra Roma e Fiorentina – quella per il terzo posto in campionato – passi tanto attraverso i piedi di Pjanic e Borja Valero. Con un’avvertenza: forse tutto questo non basta. I sussurri che si ascoltano nel ventre dei due spogliatoi parlano non solo della lotta per il vagone di coda della Champions che (soprattutto per le casse giallorosse) sarebbe fondamentale per modulare il futuro. L’impressione è che sia la Roma sia la Fiorentina abbiamo scoperto di avere una fame nuova, più consistente: quella del secondo posto. Negli ultimi giorni, in fondo, Juventus e Napoli stanno dimostrando di essere vulnerabili e allora il popolo giallorosso e quello viola sono si sentono autorizzati a sognare. Insomma, un nuovo film della stagione è già in cantiere. E la regia, manco a dirlo, sarà di Pjanic e Borja Valero.

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