(A. Pugliese) – Per capire quanto ci tenga Luciano Spallettisarebbe bastato vederlo nella seduta di allenamento di ieri pomeriggio, quando i consigli si miscelavano velocemente agli urli. Nonostante poi di giocatori veri, quelli che potranno giocare il derby domenica pomeriggio ne avesse a disposizioni pochi, se non pochissimi, causa i vari impegni delle nazionali. Di certo Perotti e uno tra De Rossi e Keita, poiManolas e Szczesny, tornati però a Trigoria solo ieri. Per il resto il deserto, inteso come seconde linee (o presunte tali) o baby della Primavera. Luciano Spalletti però era stato diretto già prima di Pasqua, quando ha detto a chiare note che «il derby è quella partita che annulla tutto ciò che ha intorno. Si gioca ad armi pari, si parte da zero. Il momento non conta nulla. Anzi, è un vantaggio per chi ha delle difficoltà». Un messaggio chiaro e tondo per la sua squadra. Come dire, a perderlo ancora io non ci sto.
CHIAROSCURO – Già, perché nella storia calcistica dello Spalletti giallorosso i derby sono stati spesso in chiaroscuro, con un bilancio finale che parla di perfetta parità: tre vittorie e altrettante sconfitte nelle 8 sfide personali, con due pareggi a chiudere il conto. Quel che però non piace al tecnico toscano è quel filotto di sconfitte esterne, in casa dellaLazio, dove ha di fatto perso le ultime tre sfide (30, 32 e 42) e dove l’unica gioia è arrivata alla prima stagione sulla panchina della Roma (2005/06), con la vittoria per 20 segnata dalle reti di Taddei ed Aquilani. Quella restò una vittoria storica, perché è il derby delle 11 vittorie consecutive, dello Spalletti sotto la curva con la maglia «Forza Capitano» e dello stesso Francesco Totti a bordocampo con le stampelle, dopo l’infortunio per l’intervento di Vanigli (Empoli). Ecco, Spalletti vorrebbe ripartire proprio da lì, da quel 20 del 26 febbraio 2006. Un po’ per continuare la rincorsa alla Champions Leaguedella prossima stagione, un po’ per migliorare anche i conti delle sue sfide personali contro i biancocelesti. Certo, gli standard assoluti di Claudio Ranieri (4 derby vinti su 4 disputati da allenatore) e parziali di Rudi Garcia (per lui tre vinti e due pareggiati su di un totale di 5 partite) sono lontani, ma per migliorare nella vita da qualche parte bisogna sempre partire.
AL LAVORO – Intanto il tecnico giallorosso oggi recupererà molti dei nazionali in giro per il mondo e potrà tornare a mettere le mani un po’ ovunque. Nella giornata di ieri si è fermato Daniele De Rossi per un mal di schiena, ma il centrocampista di Ostia dovrebbe essere di nuovo abile arruolato già da oggi, tanto per andarsi a giocare il posto di regista davanti alla difesa con Seydou Keita (dovesse vincere il ballottaggio il maliano, per Alessandro Florenzi si configurerebbe il primo derby da capitano, dando per scontato cheTotti parta in panchina). Gli altri dubbi del tecnico di Certaldo sono invece un po’ tutti davanti: giocare con l’attacco veloce o dare fiducia ad Edin Dzeko? Molto dipenderà anche da come torneranno a Trigoria gli attaccanti giallorossi (l’ultimo ad aggregarsi dovrebbe essere Salah, venerdì mattina), ma l’impressione è che Spalletti possa propendere ancora una volta per la velocità di Perotti, El Shaarawy e Salah. E magari sarà proprio con quei tre lì che proverà a sistemare le cose. Anche se poi, ed è vero, «il derby azzera un po’ tutto…».