(A. Pugliese) – Nessuna fumata bianca per il caso Totti, tutto rimandato a fine settimana, molto probabilmente a dopo la partita con la Fiorentina di venerdì sera. Anche se, nel frattempo, c’è chi ci lavorerà su, magari per arrivare a quell’incontro con le idee chiare e una piattaforma di accordo. James Pallotta ieri è sbarcato a Trigoria, dove non metteva piede da circa un anno. E lo ha fatto per salutare la squadra, ma anche per una serie di appuntamenti che aveva messo in agenda da un po’. Il primo e più importante, ovviamente, era quello con Francesco Totti, dopo tutte le polemiche delle ultime settimane. I due si sono parlati per qualche minuto, non più di cinque in tutto. Rinviati invece quelli con il d.s. Walter Sabatini (ieri assente) e Bruno Conti, la cui permanenza all’interno del club è sempre più in dubbio. Difficilmente Pallotta incontrerà «Marazico», ha dato mandato di farlo al suo management (Massimo Tarantino,nel frattempo, è sempre più operativo).
L’INCONTRO – Con Totti, invece, si è fermato per quei 5 minuti lì. Ma quante cose si possono dire in 5 minuti? Non molte, soprattutto se poi c’è di mezzo un traduttore (nello specifico il team manager Manolo Zubiria), il che prosciuga inevitabilmente i tempi del dialogo. A conti fatti, però, è stato un incontro veloce, informale, di quelli che si fanno per sciogliere il ghiaccio dopo una situazione di imbarazzo. Proprio come quella che si era creata subito dopo l’intervista alla Rai con cui il capitano giallorosso aveva chiesto «chiarezza e rispetto». «Francesco è una persona meravigliosa, con lui ho un ottimo rapporto. Ci siamo incontrati, ma non posso dire se abbiamo parlato del suo contratto o meno», ha detto ieri James Pallotta fuori dal lussuoso albergo al centro di Roma dove è di casa quando sbarca nella Capitale. Di fatto, però, l’argomento è stato toccato, anche se di striscio. Archiviati i saluti di rito, Pallotta ha infatti chiesto a Francesco (presente a Trigoria pure il fratello Riccardo, anche se non personalmente all’incontro) cosa volesse fare, aggiungendo anche che secondo lui era pronto per una grande carriera da dirigente, arrivando a offrirgli pure un’alta carica a livello societario (sembra la vicepresidenza, ma da Trigoria sono arrivate le smentite di rito). Totti ha invece replicato che vuole giocare ancora un anno, al che Pallotta ne ha preso atto, rispondendogli che si sarebbero aggiornati. Poi il presidente ha salutato tutta la squadra (soffermandosi soprattutto con Strootman) e pranzato con Alex Zecca e il direttore generale Mauro Baldissoni, per poi lasciare Trigoria dopo le tredici e dedicarsi ad un serie di riunioni sullo stadio di Tor di Valle.
LO SCENARIO – E ora cosa può succedere? L’impressione è che alla fine Pallotta accontenterà Totti, rinnovandogli il contratto per un altro anno. In tal senso, è possibile che in questi giorni comincino a dialogare tra di loro le parti anche ufficialmente, con i legali della Roma che potrebbero mettersi in contatto con Adolfo Leonardi, il commercialista di fiducia di Totti per iniziare a redigere la piattaforma contrattuale. Anche perché di mezzo ora c’è anche la Nike (sponsor tecnico della Roma e personale di Totti), la quale sta studiando una stagione finale da passerella. «L’ultima della leggenda», sarebbe il leit motiv, con delle maglie personalizzare a secondo dell’evento: quella della tournée, quella del ritiro, quella magari dell’ultimo derby o dell’ultima sfida in Champions o alla Juventus, la rivale di sempre. Un percorso netto, di natura commerciale, anche perché la maglia di Totti resta ancora la più venduta di tutti (e di molto) tra quelle giallorosse. Insomma, anche la società avrebbe un suo ritorno, al di là dell’aspetto prettamente tecnico di un eventuale accordo. Certo, l’importante è che tutto arrivi (o quantomeno venga annunciato, anche solo ufficiosamente) prima che Pallotta se ne torni in America. E, cioè, prima di Real Madrid-Roma. Altrimenti i dubbi (e le polemiche) non avrebbero argine.
PATRIMONIO DELL’UNESCO – Ieri a Trigoria a vedere l’allenamento di Spalletti c’erano anche tre vecchie glorie giallorosse e tre amici di Francesco Totti: Giuseppe Giannini, Luigi Di Biagio e Vincent Candela. Pacche sulle spalle e saluti con tutti, anche se poi a incoronare il capitano giallorosso ci ha pensato qualcun altro. E cioè Massimo Ferrero,proprio dallo stesso albergo di Pallotta. «Totti è il patrimonio della Roma, è come l’Unesco— ha detto il presidente della Sampdoria —. Ha dato la vita alla Roma e deve rimanere romanista. Se si ritirerà credo si sia meritato un posto nella dirigenza. Montella ha detto che lo vorrebbe alla Sampdoria? Magari venisse, non c’è problema. Totti è il calcio, gli altri sono il pallone». Chissà, magari Ferrero ieri avrà avuto modo di dirlo anche a Pallotta. Chissà…