«Dopo l’eliminazione di Madrid temevo contraccolpi, invece siamo entrati in campo nella maniera giusta. Abbiamo attaccato fin dal primo pallone. Certo, dovevamo sfruttare meglio alcune occasioni, in alcuni momenti occorre essere più scorbutici e chiudere prima le partite». Inutile dire che tutta la Roma giallorossa s’interroga sul «che cosa sarebbe successo se…» Spalletti ci fosse stato fin all’inizio del campionato. Ma il d.g. Baldissoni, pur tra i fautori dell’esonero di Garcia già alla fine della scorsa stagione – scrive la Gazzetta dello Sport -, taglia corto: «I rimpianti servono a poco; ci sono sempre motivi alla base di decisioni, giuste o sbagliate che siano. Inutile pensare a cosa poteva essere, pensiamo a quello che è la Roma ora e a cosa stiamo costruendo. L’allenatore sta facendo bene e questo è un auspicio per il futuro». E se si chiede all’allenatore quale sia stato il suo segreto, risponde chiaro: «Nel creare convinzione e ridare potenzialità ai miei giocatori. Ora sono bravi a imporre il proprio gioco palla al piede contro qualsiasi squadra del mondo. Avergli fatto riprendere questa qualità è importante, così si creano i presupposti della vittoria». Proprio vero. La filosofia di Spalletti – riportata dal quotidiano sportivo -, in fondo, è tutta qui.