(M.Iaria) – La parola d’ordine, nel mondo delle tv e della comunicazione in generale, è concentrazione. Per resistere ai venti ancora impetuosi della crisi, per reggere l’urto della concorrenza globale. Da anni, in Italia, si sente ripetere lo stesso ritornello: non c’è spazio per due pay tv, non tornano i conti, prima o poi il duopolio Sky-Mediaset si risolverà, con inevitabili, dolorose conseguenze per il valore dei diritti tv della Serie A, da cui dipende tutto il carrozzone pallonaro. Ma ora i giochi sono altri: la famiglia Berlusconi, che aveva respinto le avance di Murdoch, sarebbe in procinto di cedere la maggioranza di Premium a Vivendi, il colosso francese guidato da Vincent Bollorè e già primo azionista di Telecom.
SVOLTA — È da settimane che i vertici di Mediaset e Vivendi trattano per un’ipotetica integrazione, a livello azionario e commerciale. La svolta era nell’aria e ieri dalla Francia sono rimbalzate voci di un’intesa vicina per la cessione a Vivendi dell’89% di Premium (il restante 11% fu comprato da Telefonica un anno fa per 100 milioni). Un’acquisizione che si materializzerebbe versando il 50% del corrispettivo in contanti e l’altro 50% con un passaggio di azioni Vivendi a Mediaset.
EXCURSUS — Le voci attorno a Premium erano iniziate a circolare insistentemente a partire dal colpo di mano del febbraio 2014, quando Mediaset soffiò a Sky i diritti tv della Champions per il triennio 2015-18 sborsando 717 milioni, il 50% in più del ciclo precedente. Si era detto che quella mossa, così azzardata e dispendiosa, nascondesse l’intenzione di Mediaset di dotare Premium di un asset pregiato in modo da rendere la piattaforma più appetibile agli occhi di un acquirente. Pier Silvio Berlusconi, a.d. di Mediaset, ha sempre smentito l’ipotesi di una cessione, aprendo semmai a un’alleanza internazionale. Rumors su Al Jazeera, Canal Plus (controllata appunto da Vivendi), lo stesso Murdoch. Tutti evaporati, mentre i conti di Premium sono ancora in rosso e l’obiettivo di raggiungere il pareggio di bilancio nel 2018 è tutto da verificare, con la domanda delle domande: gli abbonati in più (300mila finora) riusciranno a compensare i costi della Champions?
SCENARI — Siamo così arrivati alla trattativa di queste settimane, punteggiata dagli scambi a Piazza Affari: ieri il titolo di Mediaset ha chiuso in rialzo di quasi il 7%. Si è parlato in questi giorni di un’integrazione tra Mediaset e Vivendi sul piano dei contenuti, in particolare cinema e serie tv, dal momento che i competitor sono sempre più agguerriti, come insegna il caso Netflix. Di sicuro Bollorè ha messo l’Italia nel mirino per dar fiato alla sua strategia espansionistica nell’Europa del Sud, da contrapporre a Sky. Vista la liquidità di cui dispone Vivendi (10 miliardi), l’ingresso francese nel mercato italiano avrebbe una forza d’urto non indifferente.