(M. Di Dio) Antonio Rudiger, come nasce la sua passione per il calcio?
«Volevo seguire l’esempio di mio fratello professionista. Il mio modello? Jerome Boateng».
La differenza tra Bundesliga e serie A?
«In Italia le squadre, anche quelle più piccole, sono preparate tatticamente, in Germania il campionato è più veloce».
Il ct Löw l’ha convocata per le sfide con Inghilterra e Italia, spera in una chiamata per gli Europei?
«Naturalmente ci penso, ma prima ho una missione con la Roma: raggiungere un posto in Champions».
Ci spieghi il miracolo Spalletti.
«Lui era già stato alla Roma, sapeva cosa andava fatto e in che modo. Sta lavorando molto su fase difensiva e tattica, le statistiche dicono che prendiamo meno gol e difendiamo bene come squadra. È un allenatore che ha carisma, è rispettato da tutti e ha portato disciplina nel gruppo».
Lei si vede migliorato?
«All’inizio facevo del mio meglio ma non bastava. Ora invece sono in forma, mi accorgo di migliorare sempre. Prima facevo 3 gare bene e una male, da dicembre sono più regolare».
Oggi c’è l’Inter, in estate si parlava di un interesse nerazzurro per lei.
«Solo voci. Sarà una partita importante, anzi decisiva per il terzo posto».
All’andata dissero che il gol decisivo di Medel fu colpa sua.
«Non capisco che errore possa aver fatto, fu un tiro da 25 metri rasoterra. Ricordo una grande gara della Roma con tante occasioni. Ora siamo in forma e dopo la bella prestazione con la Fiorentina l’Inter avrà rispetto di noi».
Il suo unico gol in A l’ha segnato al Milan. E se arrivasse il bis?
«Perchè no? Ma al di là di chi segna, l’importante è vincere».
Chi ammira dei nerazzurri?
«Perisic, l’anno scorso ha fatto una grande stagione in Bundesliga. È un giocatore bravo tecnicamente, ambidestro, molto rapido e forte di testa».
La Roma è favorita per il 3° posto?
«Dipenderà da noi, a lungo si è parlato anche di scudetto. Diamo il massimo da qui alla fine, poi vedremo».
Che idea si è fatta del caso Totti?
«Sono arrivato qui solo da 8 mesi, dico solo che è un piacere condividere con lui lo stesso spogliatoio, è una grande personalità che ha fatto tanto per questo club. Il resto chiedetelo ad altri».
Cosa l’ha colpita di Roma?
«Senz’altro i tifosi, ti seguono nel bene e nel male, io l’ho vissuto sulla mia pelle. È un posto bello in cui vivere, ma anche tosto, forse non adatto a tutti, dove però si può crescere e migliorare».
Sul razzismo nel calcio che dice?
«Provo compassione per chi si rende protagonista di questi episodi, mi chiedo che educazione abbia ricevuto».