(M. Ferretti) Walter Sabatini, nominalmente direttore sportivo della Roma, per mesi (anni?) è stato – di fatto – il massimo dirigente di Trigoria. Non essendo presente quotidianamente in sede James Pallotta, Sabatini, affiancato dal dg Mauro Baldissoni, ha comandato la società non soltanto sotto l’aspetto sportivo. Godeva, Walter, della fiducia illimitata di Mister Jim, e così ha sistematicamente svolto, con risultati più o meno brillanti, compiti che andavano al di là della sua qualifica. Mettendoci spesso la faccia dopo una sconfitta, isolandosi di frequente dopo una vittoria. Stile Sabatini, si potrebbe dire. Poi, neppure tanto all’improvviso, qualcosa è cambiato: al proprietario Pallotta, ad esempio, è cominciato a non bastare più/soltanto il Re delle Plusvalenze. E, di conseguenza, tutto quello che era targato Sabatini. Tipo Rudi Garcia. Così quando Jim ha iniziato a pensare alla cacciata del francese, Sabatini – che teneva in caldo la pista Conte – ha cercato di allungare il più possibile la storia, annunciando al mondo – ad esempio – che «se cade Rudi, cadiamo tutti».
OCCHIO AL FUTURO – Caduto Monsieur Rudi, e persa la battaglia, Walter si è eclissato. Ha portato a termine (bene) il mercato di gennaio, poi è sparito. Non prima, però, di aver incontrato Luciano Spalletti, come ordinatogli da Pallotta, sollecitato da Alex Zecca, per gettare le basi del ritorno del tecnico toscano nella Capitale. Prima della partita con l’Inter, il suo annuncio d’addio: «A giugno me ne vado, Pallotta è d’accordo». Una dichiarazione che ha spiazzato Baldissoni, che era stato prontissimo, quasi a ritmo quotidiano, a smentire e a far smentire dai suoi uomini le voci dell’imminente divorzio di Sabatini, e che ha fatto infuriare Spalletti. Ma tutto questo appartiene già al passato. Nel presente, in attesa di individuare chi sceglierà il sostituto di Sabatini (Pallotta? Zecca? Baldissoni? Spalletti), resta da capire come sarà possibile che Sabatini continuerà a fare il mercato della Roma, acquisti e cessioni, fino al prossimo 30 giugno. Un interrogativo assolutamente non legato alla professionalità (e alla bravura) del ds uscente, ma alla tempistica/operatività di una faccenda così delicata. L’unica cosa da fare, aspettando gli eventi, è sperare che in Casa Roma il tempo delle plusvalenze (leggi cessioni eccellenti) sia terminato, e che Pjanic, Nainggolan e Manolas (l’alternativa a Bonucci), corteggiati da Conte per il suo nuovo Chelsea, facciano parte della Roma del prossimo anno, quella senza più Sabatini.