(M. Caputi) Sarebbe riduttivo e ingiusto ricondurre la brillante stagione del Napoli alle reti e alle prodezze di Higuain. Grandi e indiscutibili, infatti, sono i meriti di Sarri e di tutta la squadra. Rimane però un fatto: l’argentino è un calciatore straordinario, e come tale decisivo. Il Napoli pratica un ottimo calcio, avvolge e sfianca gli avversari, ma appare evidente come un attaccante così renda tutto più semplice. Higuain è il top player del campionato italiano, e se lo scudetto è ancora tutta da giocare molto si deve alle sue 29 reti. L’ultimo turno di campionato ha lasciato inalterate le distanze in chiave primo posto e in quelle per la terza piazza. In realtà ha modificato equilibri e possibilità. Senza dimenticare la coda della classifica dove il Carpi, vincendo, ha alzato la media punti per non retrocedere, risucchiato il Palermo e messo in serio allarme formazioni che ormai si ritenevano tranquille (vedi il Torino). Questo, in chiave generale, può far pensare che alcune delle prossime gare potrebbero essere meno scontate: un bene per il torneo e la sua imprevedibilità. I sette punti che separano il Napoli dalla Roma sembrano al momento scoraggiare le speranze della squadra di Spalletti per il raggiungimento del secondo posto. Di contro, il pari della Fiorentina a Frosinone, ne rafforzano quelle per la terza piazza. I pericoli per la Roma possono essere due: l’Inter e le distrazioni. Come dimostrato all’Olimpico, i nerazzurri, più dei viola in evidente calo, hanno forti motivazioni, sostenute da condizione fisica e qualità. Mantenere l’obiettivo del secondo posto è l’arma giusta per mantenere il vantaggio, gestirlo sarebbe pericolosissimo. Tanto quanto sprecare energie sul futuro di dirigenti e calciatori. Spalletti, che lo sa, ha già avvisato i naviganti.