(F. Magliaro) «Si ricorda che la consegna dovrà avvenire entro l’8 aprile per permetterci di fare l’ultimo check finale della documentazione prima della consegna al Comune». Firmato: Parsitalia. Con questa email, datata poco prima di Pasqua, indirizzata a tutti i progettisti che stanno lavorando alle diverse parti dell’opera, si chiude il cerchio intorno al progetto dello stadio della Roma a Tor di Valle. Lavori che vanno avanti, dunque, in un silenzio mediatico interrotto, ieri, dal feroce botta e risposta fra l’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, e il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti.
Entro il prossimo 8 aprile, dunque, tutti i progettisti devono consegnare alla società australiana Lend Lease, coordinatrice del lavoro, i progetti finiti. Dopo di che, la stima è che ci vogliano da un minimo di 15 a un massimo di una trentina di giorni affinché tutto il plico sia composto per essere presentato, finalmente, in Campidoglio. Da lì, dopo l’esame preliminare delle carte – ci vorrà circa un mese – il dossier dovrebbe transitare in Regione per la seconda metà di giugno, a nuovo sindaco già eletto. Dopo di che, alla Regione serviranno un paio di settimane per convocare la Conferenza di Servizi che, quindi, potrebbe aprirsi fra fine giugno e inizio luglio e concludersi, se non ci sono intoppi, per la fine di dicembre 2016. A quel punto, firmata la Convenzione Urbanistica – il contratto fra il Comune e i proponenti – potranno iniziare i primi lavori di demolizione del vecchio ippodromo. Politica permettendo. E, come anticipato da Il Tempo , per questo Mauro Baldissoni, direttore generale della As Roma, e Italo Zanzi sono volati a Boston da Pallotta ieri mattina. Previste una serie di riunioni proprio sul tema stadio che dovrebbero tenere il duo Zanzi e Baldissoni negli Stati Uniti fino a sabato con l’obiettivo di rientrare in tempo a Roma per poter assistere al derby con la Lazio in programma domenica pomeriggio all’Olimpico. Vicenda stadio, poi, che si arricchisce di un nuovo capitolo di polemiche. Ad aprire il fuoco è stato l’ex sindaco di Roma Marino, che, durante la conferenza stampa alla sede della Stampa Estera per presentare il suo libro, ha sparato ad alzo zero contro il premier, Matteo Renzi, e il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. Dice Marino: «La costruzione dello stadio della Roma è importante non solo per i tifosi, ma anche per la ricaduta economica di circa un miliardo e mezzo di euro che avrebbe. Il governo e il presidente della Regione Zingaretti hanno rallentato la costruzione e forse vogliono fermarla. Avremmo portato a Roma ricchezza culturale, sportiva ed economica. Il governo Renzi ha voluto interrompere questo percorso». Aggiungendo, in riferimento ai diversi candidati sindaco in corsa: «Leggo nel presente molta confusione sull’argomento e nessuno che abbia preso una decisione netta da una parte o dall’altra. Io mi auguro che prevalga l’interesse della città. Non c’è però la determinazione nel proseguire il progetto. Il futuro sindaco spero possa portarlo a termine».
A stretto giro e certo non con l’abituale sorriso, a Marino risponde per le rime Zingaretti: «Io non ho letto il libro. Ho letto dello stadio della Roma e voglio chiarire che la Regione è ancora in attesa del progetto dello stadio». Questo, ha aggiunto il governatore, «perché lo stesso Comune inviando i documenti con i pareri sui progetti depositati scrisse esplicitamente che anche l’assenza di un parere positivo avrebbe compromesso l’interesse pubblico dello stadio e i dipartimenti inviarono alla Regione tutti pareri negativi sui documenti che avevano. E quindi siamo in attesa del progetto dello stadio». Dopo di che, giù durissimo: «Io non sono abituato a dire dei sì o dei no in assenza di progetti – ha concluso Zingaretti – ed è stravagante che si possa teorizzare il contrario».
Altra coda polemica, poi, in un secondo botta e risposta fra due dei candidati Sindaco, Virginia Raggi, dei 5Stelle, e Francesco Storace, La Destra.
Dice la Raggi a RaiNews24, riferendosi alle Olimpiadi ma dopo aver già espresso la sua contrarietà anche allo Stadio di Tor di Valle: «Non si può pensare a futuri stadi del nuoto o di atletica o villaggi olimpici a Tor Vergata su cui sappiamo gli interessi di chi sono, noi dobbiamo pensare al quotidiano, perché da qui al 2024 i romani sono morti: sono morti di traffico, di sporcizia, di incuria». Secca la replica di Storace, che invece sullo stadio si è dichiarato favorevole senza se e senza ma: «Dalla Raggi viene esposto il programma del partito del no. Quando i media – a partire da Rai e Mediaset – lo consentiranno toccherà a chi punta sull’economia di una città che ha diritto a crescere. Olimpiadi, stadio, metro sono opere necessarie allo sviluppo».