(A. Serafini) – Giorni di riflessione, perché la scelte legate al futuro non possono mai essere prese alla leggera. Mai come in questo momento Totti è pronto a mettersi in discussione con la consapevolezza di chi ha mostrato il proprio malessere e allo stesso tempo è costretto a prendere in esame ogni tipo di scenario. Per il bene personale e della squadra.
Per questo il primo contatto andato in scena tra Pallotta non ha registrato alcun passo in avanti, in attesa che tutte le parti chiamate in causa trovino un’intesa condivisa. Tra Totti e la società infatti dovrà essere calcolata anche la posizione di Spalletti, l’uomo a cui è stata affidata la gestione tecnica del club. Un passaggio obbligatorio che il capitano spera di risolvere nei prossimi giorni, superando gli screzi iniziali e trovando quella risposta che potrebbe convincerlo a scegliere la strada definitiva.
Con la massima chiarezza. La richiesta di prolungare il contratto da calciatore per un altro anno si è scontrata più che altro con la schiettezza del tecnico, che in più di un’occasione ha ammesso la volontà di non concedere sconti a nessuno, anche se porti la maglia numero 10 e hai fatto la storia del club. E se le problematiche vissute fino a questo momento (tra infortuni e qualche panchina di troppo) hanno già registrato un inevitabile malcontento, le cose nel prossimo anno difficilmente potranno migliorare. Alla soglia dei quarant’anni quindi, Totti è pronto a considerare anche l’ipotesi di un addio anticipato se di fronte dovesse vedere soltanto una stagione in cui le proiezioni naturali non potranno garantirgli un ruolo da protagonista. O semplicemente da Totti. Pallotta, disposto senza alcun problema ad accontentare ogni richiesta del capitano, ha però spostato la vicenda nelle mani di Spalletti, che prima della partenza per Madrid si confronterà con Francesco per ribadirgli la realtà dei fatti senza però entrare direttamente nella questione contrattuale. Giorni interlocutori per iniziare a immaginare un futuro diverso, ma sempre tinto di giallorosso, o necessari per accettare la possibilità di scendere ancora in campo, ma quando e se ce ne sarà bisogno. Anche perché nonostante qualche ritardo di comunicazione, la tappa romana di Pallotta lo ha comunque confortato: «Totti lo amo e deciderà lui come vorrà proseguire il suo percorso romanista».
Ma ogni bivio obbliga ad una riflessione, soprattutto se comprende la scelta di dover appendere gli scarpini e il loro immenso carico di significati al muro. Al momento l’unica certezza è la voglia di proseguire insieme, nella città che tra qualche giorno accoglierà la nascita del suo terzo figlio e che non ha mai pensato di lasciare.