(A. Austini) Vendere a peso d’oro giocatori pagati poco: Sabatini è pronto a salutare la Roma con la sua specialità, le plusvalenze. Una sorta di ultima missione concordata con Pallotta prima di rassegnare le dimissioni già annunciate e sostanzialmente accettate dal presidente.
Il 30 giugno non segnerà solo il suo ultimo giorno ufficiale da direttore sportivo giallorosso (salvo ripensamenti al momento improbabili) ma anche la chiusura di un bilancio sotto la lente dell’Uefa. Il club ha bisogno di far cassa entro quella data per non incappare in ulteriori sanzioni: alla Roma è stato imposto un deficit massimo di 30 milioni nel biennio 2015-16 e, avendo registrato un -38 milioni nel precedente esercizio, ora serve arrivare quantomeno al pareggio del bilancio in corso, visto che l’Uefa «depura» i conti dalle spese cosiddette virtuose. Nella semestrale al 31 dicembre è arrivato un altro rosso da 3.4 milioni e secondo i calcoli della Roma bisogna reperire circa 40-50 milioni entro la« fatidica» data.
Non c’è alternativa alla cessione dei calciatori, Sabatini ne ha individuati tre su tutti: Pjanic, Sanabria e Sadiq. Sul primo c’è un forte pressing del Psg, che sarebbe pronto ad avvicinarsi a un’offerta vicina al valore della clausola rescissoria da 45 milioni di euro. Probabilmente ne basteranno 5-10 in meno per portar via il bosniaco da Trigoria, accontentando lo sceicco che lo insegue da diversi anni. Difficile che nell’affare entri Digne: i francesi continuano a chiedere 17 milioni per il riscatto e la Roma è convinta di poter trovare di meglio spendendo meno.
Spalletti ha già in mente il sostituto di Pjanic: sarà Gerson, che l’altroieri in Brasile ha segnato la sua prima doppietta da professionista. Se l’operazione col Psg andasse in porto, il toscano sarebbe certo di avere tutti gli altri «big» della rosa a disposizione il prossimo anno. Da Nainggolan a Manolas, anche se il greco sta battendo cassa per il rinnovo: guadagna circa 1 milione e mezzo, quasi la metà di Castan, e la società ha già messo in conto un aumento.
Per alzare gli incassi la Roma attingerà quindi dal serbatoio dei giovani più promettenti. Parlando di Sadiq nel giorno del suo primo gol in serie A al Genoa, Sabatini aprì pubblicamente l’asta sul nigeriano: «Oggi ha segnato un bambinone del ’97 che valeva 300mila euro (quanto la Roma ha pagato il prestito, fissando il riscatto a 2 milioni e mezzo, ndr) e ora vale sciaguratamente 5 milioni». L’Arsenal in realtà ne ha già offerti 13, proposta respinta al mittente dalla Roma che intende comunque trattare. Wenger si è innamorato del «bambinone» protagonista in Youth League e, se alzerà la posta tra i 15 e i 20, Sadiq si sposterà a Londra.
Neppure il futuro di Sanabria è a Trigoria. Il paraguaiano non vuole tornare nella Capitale, dove è finito in Primavera, e sarebbe ben felice di continuare a giocare da protagonista in Spagna come sta facendo con lo Sporting Gijon. Ma salirà di categoria: diversi club della Liga lo stanno trattando, in testa l’Atletico Madrid. Prezzo intorno ai 20 milioni, contro i 5 più bonus pagati dalla Roma due anni fa per strapparlo al Barcellona. Dovrebbe invece restare il terzino Nura, che verrà aggregato in prima squadra, Spalletti sta valutando le qualità di Paredes prima di riportarlo alla base, mentre l’ottima stagione di Ricci al Crotone frutterà probabilmente un’altra plusvalenza.
Sabatini saluterà Trigoria piazzando anche gli ultimi acquisti. Dopo Alisson e Gerson ha preso il terzino Seck svincolato dalla Lazio, sonda il mercato dei centrali difensivi e tratta il trequartista Lo Celso del Rosario Central. I tasselli finali di un’eredità che dovrà gestire il nuovo direttore sportivo.