(A. Austini) L’ottava meraviglia vale un bel pezzo di Champions. La Roma vince ancora, blinda il terzo posto a più cinque sulle inseguitrici Fiorentina e Inter, con la possibilità di dare il colpo di grazia ai nerazzurri sabato prossimo all’Olimpico. E se il Napoli dovesse frenare prima o poi, sappia che alle sue spalle c’è una lepre velocissima.
PROFETA IN PATRIA Il successo numero 8 arriva nella Dacia Arena di Udine, il vecchio «Friuli» rimesso a nuovo e modello da seguire per l’intera serie A, lì dove Spalletti realizzò il miracolo di portare una «provinciale» tra le grandi d’Europa. Ora il toscano è l’arma non troppo segreta della Roma, un tecnico capace di guidare i giallorossi in un filotto di otto vittorie in campionato e addirittura di rammaricarsi dell’eliminazione in Champions al cospetto del Real Madrid. Sì, perché questa squadra rimessa in campo con logica e intensità dall’allenatore, rinvigorita dagli acquisti di gennaio compreso l’affidabile Zukanovic, oggi può giocarsela alla pari con tutti o quasi.
DOMINIO La Roma è bella da vedere col suo 4-2-3-1 a trazione anteriore, si diverte, segna tanto (miglior attacco con 61 gol contro i 59 del Napoli) subisce poco o nulla e attualmente ha un solo difetto da correggere: la mancanza di cattiveria. Aver battuto di misura un’Udinese impaurita, ferma sulle gambe, contestata e con l’allenatore spacciato è la prova di un limite dei giallorossi, capaci di far rientrare in partita i friulani nei minuti finali. A fronte di quanto costruito, due gol segnati sono davvero pochi. Già prima del vantaggio di Dzeko, su assist delizioso di Salah, la squadra di Spalletti aveva mancato tre occasioni. Poi ha sprecato ancora con El Shaarawy e quell’1-0 sul tabellone al 45′ le stava davvero stretto. Il consueto calo di tensione ha prodotto una sofferenza inspiegabile nei primi quindici minuti della ripresa, culminati col palo di Zapata, e neppure la bellissima giocata del raddoppio sull’asse Pjanic-Florenzi è bastata a chiudere i giochi. Al gol di Bruno Fernandes non sono seguite altre chance per l’Udinese, ma la sofferenza andava evitata.
BOMBER RITROVATO Oltre i tre punti, la prestazione e i danni evitati dai cartellini gialli (anche se ora Nainggolan si aggiunge a Pjanic e Digne tra i diffidati a rischio squalifica per il derby) la notizia più bella del pomeriggio friulano è la prova del numero 9, capace di scrollarsi subito di dosso le tensioni post-Madrid con il gol del vantaggio, il settimo in campionato. E poi protagonista di una gara da centravanti vero a servizio della squadra. Pjanic ha rinunciato, sbagliando, al gol personale per provare a regalargli la doppietta. Gesto da amico, ma Dzeko si fa voler bene da tutti i compagni e chissà se metterà da parte in fretta i concreti pensieri di una fuga in estate. Il parallelo con Totti e qualche fischio ingeneroso lo hanno disturbato, almeno ieri è filato tutto liscio con i quattromila romanisti presenti alla Dacia Arena a festeggiarlo di cuore. Il capitano ha preso applausi anche dai tifosi rivali mentre si riscaldava ma alla fine Spalletti ha preferito mandare in campo il convalescente Strootman risparmiandosi la terza sostituzione. «Totò e Totti bandiere del calcio» hanno scritto i tifosi bianconeri in uno striscione nostalgico, Di Natale e il numero 10 sono rimasti in panchina. Perché c’è un tempo per tutti, anche se è durissima da accettare.