(E. Menghi) A Madrid con fiducia e qualche problemino in difesa che proprio non ci voleva. Spalletti torna nel Bernabeu dei dolci ricordi con 8 anni in più e con 2 gol sul groppone che rendono l’operazione Real proibitiva.
Ma non impossibile, perché «ogni squadra è battibile», parole sue, e lo dimostra la bella storia di quel 5 marzo 2008, quando i giallorossi espugnarono lo stadio dei «galattici» staccando il pass per i quarti di finale. È stata quella l’ultima volta che la Roma si è spinta tanto in là in Champions ed emulare la sua stessa impresa appare ad oggi difficilissimo. A Trigoria ci credono, non si sentono in partenza vittime sacrificali e c’è tutta l’intenzione di andare a fare bella figura. Per gli spagnoli è l’obiettivo primario di una stagione divisa tra due tecnici, con Zidane subentrato a Rafa Benitez e pronto all’esordio casalingo da allenatore nel più affascinante palcoscenico europeo.
Per i giallorossi significherebbe superarsi e fare uno speciale regalo di compleanno a Spalletti, che oggi spegnerà 57 candeline in Spagna. I precedenti negli scontri diretti alimentano il sogno, se è vero che la Roma al Bernabeu ha vinto due volte, pareggiato una e perso solo in un’occasione, ma c’è un dato meno confortante da tenere in considerazione: ha superato il turno una sola volta su 5 nelle competizioni europee dopo aver perso la gara di andata in casa. Ci riuscì nel lontano 1988, quando ribaltò la sconfitta per 2-1 contro il Norimberga.
Tutt’altra storia, visto che stavolta si parte da un secco 2-0 per una squadra di livello decisamente superiore a quella tedesca. Al club di Pallotta non basterebbe nemmeno replicare la gara splendida del 2008, le reti di Taddei e Vucinic possono servire magari da stimolo, ma non sarebbero sufficienti per passare il turno, perché allora finì 2-1 e a questa Roma serve una vittoria con tre gol di scarto, oppure due con almeno tre centri nella porta di Navas. Fermare la furia di Ronaldo sembra davvero complicato, viene dal poker al Celta Vigo e non è certo sazio, perciò a Spalletti non avrà fatto piacere sapere di non poter contare su uno dei titolari della sua difesa, Rudiger, capace all’andata di fare una prova ordinata sotto gli occhi del ct della Germania Loew e di annullare, per esempio, uno come Higuain nel confronto con il Napoli in campionato. Il centrale non è stato inserito nella lista dei 21 convocati per la missione in terra spagnola per colpa di una lesione di primo grado al flessore della coscia destra rimediato nel match con la Fiorentina: la prognosi è di 2-3 settimane di stop, se non ce la farà con l’Inter tornerà nel derby. Domani accanto a Manolas ci sarà Zukanovic, che in Champions non ha mai giocato ma con la Nazionale bosniaca ha fatto esperienza.
Un risentimento all’inguine tiene in forte dubbio Nainggolan, che parte con la squadra ma in direzione panchina: è il secondo avviso muscolare in pochi giorni e servirà l’undici più in salute per provare a ribaltare il risultato dell’andata. Vainqueur è in pre-allarme, Keita e Pjanic saranno regolarmente ai loro posti. Spalletti dovrebbe continuare a schierare il tridente senza Dzeko, con Perotti (oggi in conferenza con il tecnico alle 17.30) in compagnia di El Shaarawy e Salah. Il loro stato di grazia è innegabile.
Non sarà al 100% Capradossi, ma è già una bella notizia la sua convocazione dopo la rottura del crociato per la baby missione a Parigi della Primavera di De Rossi, che sale oggi sull’aereo e mercoledì sfida il Psg nel quarto di finale di Youth League. Si era operato una settimana dopo Strootman, pronto a dare una mano a Udine visto che Nainggolan è acciaccato, dopo aver fatto il tifo da casa per la Champions. Serve anche questo.