(M. Pinci) Il tempismo potrebbe non essere stato affatto casuale. Un messaggio indiretto, quasi a voler dire “parliamone”. Walter Sabatini ha annunciato l’addio alla Roma sabato sera, davanti all’Inter. Ieri avversaria in campo, domani, forse, il posto giusto da cui ricominciare. Nella domenica in cui la Roma ringrazia Fiorentina e Frosinone, che pareggiando hanno trasformato il mezzo passo falso di sabato in una mezza vittoria, l’unico argomento di cui si bisbiglia tra i corridoi di una Trigoria semi deserta è il futuro del ds. Lui, nonostante l’annuncio che ha fatto infuriare Spalletti, continua a lavorare al mercato romanista, ma Pallotta e il fedelissimo Zecca già cercano il suo erede. Un nome meno ingombrante, che accetti di lavorare con il software per il mercato voluto dal presidente. Con le sue ingerenze, il vero responsabile della rottura.
Intanto Mancini sfrutta l’onda lunga della prova dell’Olimpico per ribadire che lui al terzo posto crede ancora. Sapendo che lottare fino alla fine per raggiungerlo è già una garanzia per il suo futuro. Ma qualcosa nell’Inter cambierà a prescindere: il corteggiamento a Sabatini da parte di Thohir era iniziato già due anni fa, ma i primi sondaggi finirono rigettati. Quando ha capito che i tempi dell’addio alla Roma erano maturi il presidente nerazzurro è tornato a farsi vivo: e stavolta non ha ricevuto un “no” come risposta. I dubbi di Sabatini sono legati soprattutto all’ipotesi di diventare un antagonista della Roma, idea che romanticamente non lo entusiasma. E mantiene vive le speranze del Bologna di Saputo e di Fenucci.