(F. Balzani) Tre motivi per sorridere e un ricordo da cancellare. Edin Dzeko, che oggi spegnerà 30 candeline, sembra aver convinto Spalletti: sarà lui a guidare l’attacco della Roma sabato sera contro l’Inter. Il tecnico lo ha riprovato come punta centrale nel 4-2-3-1 offensivo visto a Madrid e con l’Udinese. Questi sono i primi due motivi. Il terzo va ricercato nel passato e nella cabala. Nelle ultime 10 giornate di campionato, infatti, il bosniaco ha spesso segnato una marea di gol: 14 nel 2009 col Wolfsburg; 12 l’anno successivo, ben 17 nel 2014 col City. Lo sprint finale è iniziato bene pure a Roma con la rete di Udine che ha cancellato qualche critica. Ma ora da eliminare c’è il clamoroso errore a porta vuota nella gara d’andata con l’Inter che costò la sconfitta per 1-0 della Roma e segnò l’inizio delle crisi di Garcia e dello stesso attaccante che ha impiegato 14 partite prima di tornare al gol su azione in campionato. Prima del match Dzeko abbraccerà Mancini, il tecnico col quale ha legato di più in carriera. Nel 2011-2012 vinsero insieme una Premier storica che al City mancava da 44 anni (con tanto di gol al 92’ nell’ultima partita sul Qpr decisa da Aguero al 94’). «Il mister mi voleva all’Inter, ma poi non se ne fece nulla», confidò Edin al suo arrivo in Italia. «Dzeko è uno dei migliori attaccanti del mondo», lo ha elogiato recentemente Roberto che lo ha rimesso nella lista della spesa in caso di addio di Icardi. Altre notizie: Manolas e Totti oggi torneranno a lavorare in gruppo.