(F. Balzani) – «Yes, we can». Trigoria non è la Casa Bianca e la fibrillazione per il Super martedì delle Primarie non può essere paragonata a quella per l’incontro tra Pallotta e Totti, ma ieri lo slogan – che fece le fortune di Obama – è riecheggiato nel centro sportivo e poi in tutta la capitale. Il riferimento è ovviamente il rinnovo del capitano che ha il contratto in scadenza tra tre mesi e che a breve metterà l’ultima firma della sua carriera da calciatore. Pallotta, infatti, ha praticamente detto sì alla richiesta di Francesco che se la sente di giocare ancora una stagione prima di appendere gli scarpini al chiodo.
Il presidente, che mancava da Trigoria da un anno e due giorni, ha varcato i cancelli del centro sportivo poco prima delle 8 anche per evitare i cronisti (si è lamentato per la presenza eccessiva di telecamere e taccuini). Qualche minuto dopo è arrivato Totti, poi via via tutti gli altri giocatori mentre Spalletti era già dentro. Il presidente ha abbracciato calorosamente il tecnico che avrebbe «voluto portare prima» a Roma. Poi ha incontrato tutta la squadra intrattenendosi un po’ di più con Strootman e De Rossi. Ma l’appuntamento più atteso era quello con Totti, accompagnato dal fratello-procuratore Riccardo. Non c’è stato un vero e proprio confronto, ma i due si sono parlati per qualche minuto e rassicurati. Nessuno farà smettere contro voglia il capitano che dal canto suo accetterà una forte decurtazione dell’ingaggio evitando altre uscite pubbliche imbarazzanti per il club. Poi scatterà il contratto per 6 anni da dirigente (difficilmente da vice presidente come circolato ieri). Per limare i dettagli serviranno nuovi colloqui, ma la volontà di continuare insieme c’è forte anche del parere favorevole di Nike, felice di vendere – con strategia di marketing mirata – l’ultima maglia del più forte giocatore della storia giallorossa.
Nessuna fumata bianca, invece, per quel che riguarda stadio (ieri nuovi incontri “tecnici” tra piazza del Popolo e piazza di Spagna col braccio destro Zecca e Baldissoni sempre presenti), rinnovo Conti (difficile) e questione Sabatini. Il ds ha dato forfait ufficialmente per influenza e in questi due giorni non si è fatto mai vedere. Un segnale d’addio? Probabile. Pallotta ha lasciato Trigoria poco prima delle 13 dopo aver assistito con interesse alla seduta di allenamento al fianco di tre vecchie glorie (Giannini, Candela e Di Biagio). All’ora di pranzo era nel suo hotel in centro e si è limitato a dire: «Ho incontrato Totti, abbiamo un ottimo rapporto, è una persona meravigliosa. Rinnovo? Non posso ancora dire nulla».
Dice qualcosa in più la semestrale di bilancio approvata lunedì che attesta una perdita di 12 milioni rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente (da +8,6 a -3,4). Non così tanto da attirare lo sguardo dell’Uefa, ma entro due anni il segno “meno” dovrà sparire. Positivo, invece, il risultato della gestione calciatori che ha portato un risultato positivo per 19,9 milioni con plusvalenze da 28,9. La più sorprendente riguarda Gervinho (13), difficile ripetere la stessa operazione con Iturbe oggi valutato 17,07 milioni.