La Roma è chiamata al miracolo e a dirlo non sono solo i tifosi un po’ più pessimisti, bensì la storia stessa della Champions League. Da quando esiste la competizione, infatti, nessun 0-2 casalingo all’andata è stato mai rimontato nella gara di ritorno. Il successo del Real Madrid del 17 febbraio (a firma Ronaldo e Jesè) ipotecherebbe quindi il passaggio ai quarti per i blancos. Non pago di questa statistica, la squadra di Zidane è anche l’unica squadra di tutta la manifestazione a non aver ancora subito un gol in casa.
I giallorossi sono quindi chiamati a fare 2 gol, per pareggiare i conti con l’andata, o più per passare il turno. Improbabile, ma non impossibile, soprattutto perché la Roma è la squadra nelle cui partite si segna di più. Sono 29 i gol fatti nelle 7 partite giocate in Europa finora dai capitolini. 11 gol fatti e ben e ben 18 subiti; differenza reti -7. Non proprio un passivo di cui vantarsi. 21 gol fatti e solo 3 subiti per il Real; differenza reti +18.
Come detto però da Luciano Spalletti in conferenza stampa: “Il risultato dell’andata ci penalizza ma non dobbiamo pensare al risultato: se il discorso va in funzione del dover fare 3 gol diventa difficile. Ma nel calcio si verificano altre cose, ci sono risvolti psicologici fondamentali che possono influire. Se riusciamo fare un gol, dentro la testa la partita la vedi diversa. Un gol, dobbiamo fare un gol”.
di Matteo Isidori