(G. Calabrese/M.Pinci) – Quando s’è seduto per la prima volta al tavolo con il ds Sabatini, per raccontargli che Roma volesse costruire, Spalletti ha citato un esempio in carne e tacchetti: la Fiorentinadi Sousa. Mutevoli e spietate, efficaci e a tratti bellissime, oggi Roma e Fiorentina si somigliano davvero. E non è un caso forse che siano loro ad affrontarsi in uno scontro diretto che somiglia più a uno spareggio per il terzo posto: entrambe a 53 punti, entrambe in bilico tra la tentazione di inseguire il Napoli e il timore di vedere riavvicinarsi l’Inter. Nel dubbio Sousa e Spalletti sarebbero felicissimi di garantirsi l’accesso ai preliminari di Champions, delizia dei presidenti che anche in caso di eliminazione nel play-off estivo si consolano con 11 milioni di premio, ma possono incassarne almeno 27 – con possibilità di scavallare i 30 – centrando l’accesso alla fase a gironi. Soltanto 40 giorni fa il tecnico romanista cresciuto a 20 km da Firenze era lontano 6 punti dai viola. Distanza divorata a colpi di vittorie, 6 di fila: abbastanza per fantasticare sulla striscia di 11 vittorie consecutive della sua prima gestione giallorossa e record della società. La Fiorentina al contrario delle ultime 6 di campionato ne ha vinte la metà.
Ma stasera, in un Olimpico tiepidino – 30 mila spettatori, 8mila ticket veduti, 500 ai fiorentini – c’è da aspettarsi una Viola fac-simile di quella che ha messo sotto il Napoli per un’ora, con Bernardeschi al posto di Mati: pressing altissimo, fasce blindate, intensità alle stelle, questa la ricetta di Sousa. E se Spalletti è atteso ancora dagli scontri diretti con Inter, Lazio, Napoli e Milan, il calendario da qui alla fine mette sulla strada della Fiorentina una sola sfida al vertice, quella con la Juve al Franchi. A Roma la squadra arriverà soltanto oggi, a poche ore dalla partita, in tempo per il pranzo e dopo la colazione al centro sportivo. Spalletti al contrario ha risollevato la Roma alzando la tensione, con tolleranza zero per ritardi e alzate di sopracciglio: «E chi non vuole migliorare vada via». Nessuno sconto nemmeno a Totti. Anche per questo nelle ultime ore il capitano ha iniziato a rivedere le proprie convinzioni. Fino a ieri era irremovibile sulla volontà di continuare a giocare anche il prossimo anno. Oggi, se dovesse capire che in futuro non rientrerà in alcun modo nelle turnazioni dei titolari, potrebbe anche decidere di fare un passo indietro e rinunciare a fare il calciatore per un’altra stagione. Il peso della decisione rischia dunque di cadere sulle spalle di Spalletti, vittima di un attacco dei tifosi (“Pensa a allenare”). Certo capitano e presidente dovranno discuterne, forse domani. Oggi, il futuro si chiama Fiorentina.