(M.Bellinazzo) – Serie A vendesi. La crisi strutturale del Calcio italiano Spa e la sua debolezza patrimoniale, unitamente a un blasone ancora apprezzato in tutto il mondo, stanno creando le condizioni per rivoluzioni societarie in diverse piazze della Penisola. L’interesse crescente di munifici investitori, soprattutto cinesi, sta facendo breccia e nel giro di qualche mese si potrebbero avverare svolte destinate a mutare la geografia del massimo campionato tricolore. Ovviamente, il settore finanziario è quanto di più volubile e fluido si possa analizzare e anche affari dati in dirittura d’arrivo possono sfumare al fotofinish. Tuttavia, nelle ultime settimane, per non dire negli ultimi giorni, i board di Inter, Roma, Milan e Udinese hanno messo mano a delicatissimi dossier.
Nonostante le smentite di Erick Thohir e le prese di posizione rassicuranti di Massimo Moratti, il club nerazzurro è sul mercato. Goldman Sachs, attraverso la sede di Honk Kong, sta cercando un acquirente per rimpiazzare l’attuale proprietà. L’evaporare del sogno Champions, le problematiche contabili del fair play finanziario Uefa e di quello italiano, l’assenza di una prospettiva di sviluppo a breve sullo stadio, hanno messo in allerta la banca Usa, principale creditrice del club con un’esposizione che al momento è di oltre 220 milioni. Fra tre anni, nell’estate del 2019, dovrà essere onorata una rata finale di 184 milioni a garanzia della quale sono stati dati i ricavi dei contratti tv e di sponsorizzazione conferiti alla newco “Inter Media and Communication Srl”.
Ma i segnali più recenti non sono affatto confortanti. Da qui la scelta di Goldman Sachs di sondare il terreno attraverso gli uffici di Honk Kong per identificare una nuova proprietà che rilevi la maggioranza della Ditta nerazzurra. Di interlocutori non ne mancano, anche se la situazione non appare delle più allettanti. I colloqui però vanno avanti, anche per la spinta degli altri creditori. Nell’operazione di rifinanziamento della società nerazzurra Unicredit ha in effetti erogato i 230 milioni “per conto” di investitori istituzionali stranieri (a parte una quota da 20 milioni della Popolare di Milano), tra cui appunto Goldman Sachs con 50 milioni, Cit bank e soprattutto la Metropolitan Life Insurance Company, una società fondata nel 1868, con sede nel prestigioso MetLife Building a Manhattan, che con 70 miliardi di dollari di fatturato annuo è una delle maggiori compagnie assicurative del mondo, e leader del mercato statunitense, giapponese e latino-americano. Sono questi i creditori che hanno “in pegno” l’Inter e che non intendono correre più rischi.
LA ROMA CERCA ACQUIRENTI – Sempre Goldman Sachs sta curando il fascicolo AS Roma. Anche il club giallorosso è stato messo sul mercato da James Pallotta. In questo caso, è la sede di New York della banca d’affari Usa a seguire la pratica. Nel febbraio 2015, Goldman Sachs ha fatto da capofila, sempre per il tramite di Unicredit, al rifinanziamento da 175 milioni del debito della Roma. Analogamente all’Inter, l’orizzonte temporale del piano di rientro è quinquennale e per garantire Goldman e gli altri fondi finanziatori è stata data loro in pegno una società ad hoc in cui sono confluiti i flussi dei diritti tv, le sponsorizzazioni più proficue nonché il brand “As Roma”.
A Goldman Sachs era stato affidato anche il mandato di studiare un’operazione di project financing da circa 300 milioni legata all’avanzamento del progetto stadio. E qui si arriva al nocciolo del problema. I ritardi accumulati sul programma dei lavori, con la posa della prima pietra slittata di parecchi mesi, starebbero innervosendo Pallotta e i suoi creditori. Gran parte del piano di incremento dei ricavi del club passa dal nuovo impianto e qualcuno comincia a temere, nonostante sia stata indicata dal presidente giallorosso il prossimo mese di aprile come dead line per il deposito del progetto definitivo, che alla fine sorgeranno ostacoli insormontabili. Ecco perché Pallotta e soci avrebbero ceduto alcuni mesi fa alle insistenze di Goldman Sachs e si sarebbero dichiarati disponibili alla cessione.
Non è una novità assoluta. Già la scorsa estate negli ambienti finanziari si parlava della cessione della Roma a un prezzo di 600 milioni. I successi del team di Spalletti, oggi saldamente in corsa per la qualificazione Champions, potrebbero rappresentare un valore aggiunto in caso di cessione o il motivo di un ripensamento da parte dell’attuale dirigenza. Fondamentale sarà il giudizio della Conferenza regionale sullo stadio che dopo la consegna del progetto definitivo avrà 180 giorni per pronunciarsi.
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