Secondo il pubblico ministero Eugenio Albamonte l’azione di Daniele De Santis, l’ex ultrà romanista che il 3 maggio 2014 prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina sparò a Ciro Esposito: «Non ha precedenti nella storia degli scontri calcistici del nostro Paese: mai ci si era fronteggiati con l’intento di provocare ferite mortali». Motivo per cui secondo i pm l’ex ultrà romanista merita di essere condannato all’ergastolo («Richiesta sproporzionata e mediatica», commenta il suo avvocato difensore, Tommaso Politi). In sei mesi sono stati chiariti tanti aspetti ma sembra che sulla questione restino ancora alcune zone d’ombra.
Nella requisitoria finale di ieri, conclusa – davanti alla madre di Ciro in lacrime – con la richiesta del carcere a vita (che ha scatenato la reazione diDe Santis, uscito dall’aula bunker di Rebibbia al grido di «buffoni, me lo do da solo l’ergastolo»), i pm Albamonte e Antonino Di Maio hanno spiegato perché De Santis non merita attenuanti. «Non ha agito da solo ma in maniera preordinata con altri sei individui purtroppo non identificati, con una studiata aggressione al pullman dei napoletani. Ma è rimasto travolto dalla risposta dei tifosi aggrediti che non pensava così numerosi. De Santis ha sparato puntando l’arma contro Ciro Esposito e gli altri napoletani non alla cieca come vuole farci credere. Poteva essere una strage». È questo il piatto forte della requisitoria, condito con quello successivo: «Le prove acquisite dimostrano che De Santis ha esploso i colpi mentre era in piedi e prima di essere ferito»
Nella requisitoria dei pm non compaiono le conclusioni fornite dalla perizia della difesa curata dall’ex comandante dei Ris di Parma, Luciano Garofano: c’erano altri napoletani sulla scena prima del gruppo di Ciro; l’assalto al bus era già terminato quando si sono diretti verso Gastone; il sangue rinvenuto fuori dal cancello e quello sul cappello di Ciro dimostrano De Santis che fosse già stato ferito, anche con armi da taglio. Il 18 maggio toccherà a Politi, il difensore di De Santis, che ha già raccontato di aver strappato la Beretta a un napoletano e aver fatto fuoco alla cieca, per difendersi dall’aggressione. Sentenza il 24.
Fonte: Gazzetta dello Sport