(L. Valdiserri) – Se sarà l’ultimo derby di Francesco Totti, come vorrebbe il presidente James Pallotta che lo preferisce dietro una scrivania piuttosto che in campo, domenica il teatro sarà vuoto e metterà tanta tristezza. Non è un momento araldico per la Roma, che era partita per vincere lo scudetto e deve difendere il terzo posto. Ancora peggio è andata alla Lazio, ottava in classifica e 18 punti sotto i giallorossi. In passato, però, anche in situazioni peggiori, il derby capitolino rimaneva un appuntamento da non perdere, dove le tifoserie si sfidavano (anche troppo) e non facevano mai mancare il loro appoggio alle squadre. Lo stadio Olimpico, invece, domenica pomeriggio sarà da record, ma in negativo. Sono previsti meno di 30mila spettatori. Nella gara di andata, l’8 novembre 2015 (2-0 per la Roma con gol di Dzeko e Gervinho), furono venduti 35.253 biglietti. Sembrava un flop epocale, ma al ritorno potrebbe andare peggio. I laziali hanno comprato finora poco più di 3mila biglietti e, contando anche gli abbonati, si dovrebbe arrivare a 12/13mila tifosi biancocelesti. I romanisti hanno comprato 6mila biglietti del settore Sud (curva e distinti) e dovrebbero arrivare a 8 mila.
Non ci saranno però gli abbonati della Sud, che hanno rinunciato alla prelazione, e nemmeno quelli della Nord. Si spera nel bel tempo per rimpolpare la cifra. Anche nel derby di andata gli ultrà disertarono l’Olimpico ma la novità è che le due curve — che hanno trovato un punto di convergenza contro la Prefettura di Franco Gabrielli — questa volta vivranno il derby in uno stadio virtuale. I laziali si raduneranno nel PalaGems a Tor di Quinto: previsti almeno 1.500 tifosi davanti ad un maxi schermo, con appuntamento alle 12.30. La «location» è stata rivelata solo ieri «per evitare manovre di disturbo. Ci sono stati posti dei paletti per la sicurezza e per questo motivo abbiamo deciso un sistema di prenotazione nei punti vendita che abbiamo indicato». I romanisti si ritroveranno al vecchio Campo Testaccio e i gruppi della Sud si sono dati appuntamento 90 minuti prima del fischio d’inizio in Via Nicola Zabaglia. Un posto dall’alto valore simbolico, che richiama i valori della storia e della tradizione giallorossa. «Partiamo dal nostro glorioso passato per riprenderci il futuro…», hanno scritto in un comunicato.
Da lì si dirigeranno in una struttura su Lungotevere Testaccio per vedere la partita e tifare. Il prefetto Gabrielli è stato chiaro: «Siamo arrivati alle barriere perché non si sono applicate le regole correttamente: gli steward erano alla mercé di chi stava nelle curve e non si rispettavano gli spazi vitali. Per noi c’è una sola via d’uscita: tornano i tifosi nella curva, rispettano le regole e si tolgono le barriere, che però si possono anche rimettere. Il derby di domenica? Mi auguro che si svolga nella massima tranquillità». Sarà questo stadio depotenziato ad aspettare i giocatori. Detto di Totti — 36 derby in A e 5 in Coppa Italia, 14 vinti e 15 persi, miglior cannoniere di tutti i tempi in campionato con 11 gol (Da Costa ne ha segnati 9 in serie A e 2 in Coppa Italia) — potrebbe essere l’ultimo derby anche per Miralem Pjanic, che sembra il pezzo pregiato che la Roma mette in vendita ogni anno, e per parecchi laziali: da Klose a Mauri, da Candreva allo stesso allenatore Stefano Pioli, che in carriera non ne ha ancora vinto uno. Non ha di questi problemi Luciano Spalletti, visto dalla stragrande maggioranza dei tifosi come l’uomo della provvidenza per questa stagione e anche per le prossime. Il rapporto di Spalletti con il derby, per altro, è tormentato: tre vittorie, due pareggi e tre sconfitte. In questo parte da favorito, un vestito scomodo.