La sfida tra Roma e Bologna è l’unico vero derby nordamericano del nostro campionato, visto che i due presidenti sono nati rispettivamente a Boston e Montreal. Non basta. Essere dei battistrada in terra straniera forma una base di conoscenze utilissima per il futuro, e così non sorprende tanto che la rivoluzione permanente dal punto di vista dirigenziale che ha contrassegnato il primo quinquennio statunitense del club giallorosso, abbia portato a Bologna alcuni uomini della prima fase statunitense romanista.
Il primo a lasciare Roma per Bologna è stato Joe Tacopina contribuendo ad attrarre in Italia un big come Saputo (oggi a Roma per vedere il Papa e domani allo stadio). Tutto questo prima delle frizioni e dell’addio in direzione Venezia, anche qui forte del minimo comune denominatore utile in tutte e tre le realtà: avere uno stadio di proprietà. Poi sono arrivati Fenucci e Winterling. L’ultimo colpo potrebbe essere Walter Sabatini. Il d.s. è in uscita dalla Roma dopo le ruggini con Pallotta ed è noto che un profilo come il suo potrebbe interessare al Bologna, che divorzierà da Corvino.