Il pensiero corre a Totti e De Rossi in panchina, loro che prima di Florenzi le sfide alla Lazio le hanno vissute come qualcosa di speciale. Francesco se l’è abbracciato negli spogliatoi, Daniele in campo – scrive la Gazzetta dello Sport -, in una sorta di ballo/scontro nato perché era stato proprio De Rossi a dirgli che avrebbe segnato.
L’ha fatto, e anche bene («Ma prima o poi segnerò anche gol più brutti, ma non mi dispiacerebbe farne anche di più difficili», ha scherzato lui), con quella fascia al braccio «Che mi ha caricato, soprattutto negli ultimi 20’ quando ero un po’ stanco». Ha iniziato terzino, ha sofferto da terzino, ha chiuso avanti, segnando sotto la Sud, ma il sorriso, nonostante quel «Ti amo» gridato dopo il gol e le braccia alzate per incitare la gente, non è stato completo. Il motivo era intuibile già durante la partita, Florenzi lo ha spiegato alla fine: «Da uno a 100 questo gol vale 99, senza tifosi non è la stessa cosa. Questo derby non mi è piaciuto, sarei ipocrita a dire che è stato tutto bello. Parlo anche dei tifosi della Lazio. Sono due tifoserie fantastiche, non è giusto un derby così». Le emozioni però sono state lo stesso forti: «Una volta segnai in un 7-1 in Primavera, questo gol vale di più. L’ho condiviso con chi dalla panchina voleva dare il suo contributo, cioè De Rossi. Lui e Totti sono due capitani, due grandi uomini che hanno fatto la storia della Roma, spero che la gente non se lo scordi».