Campo Testaccio, corteo-manifestazione tra Via Zabaglia, Via Galvani e Via di Monte Testaccio, 3000 persone, cori e fumogeni. Volti arrossati dal sole e facce soddisfatte al termine di un pomeriggio con 24 gradi e atmosfera goliardica, facce da curva di stadio e location da concerto punk autogestito, birre in vetro portate da casa e in bicchieri di plastica per i tanti che hanno sfidato la coda dello stand che la vendeva. Girava la maglietta con alcuni calciatori affiancati prima di un calcio di punizione, con didascalia «Le barriere solo in campo».
Forze dell’ordine non c’erano o almeno non se ne vedevano, ma non se ne è mai sentito il bisogno, in un angolo del piazzale un’ambulanza, un pannello con vernice sbavata indicava i bagni, quelli veri. In prima fila lo stendardo col volto di Antonio De Falchi, e «Mai schiavi del risultato», più lontani meno giovani e curiosi, persino qualche bicicletta, bambini che scorrazzano, nel corso di un rapido deflusso li terranno buoni con un pallone. Applausi per Totti – scrive la Gazzetta dello Sport -, inquadrato in panchina, e per Lotito, «uno di noi», gelo al gol della Lazio, ma non è durato molto. La partita si è vista poco e male, il maxischermo non era proporzionato all’afflusso di persone, e spesso veniva oscurato dai fumogeni, ma in Curva non è che si veda meglio: la contestazione andrà avanti, la scaramanzia ha benedetto l’esperimento di farla fuori dallo stadio. La questura no: il corteo da Campo Testaccio all’ex Mattatoio non era autorizzato, qualcuno rischia di pagarlo caro.