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GAZZETTA GIALLOROSSA Terzini troppo alti e la scelta De Rossi: una domenica ‘folle’ per la difesa della Roma

De Rossi
De Rossi

(di Keivan Karimi) – Quando i risultati non arrivano è ovvio che l’allenatore sia meritevole di dita puntate contro, critiche severe e dettagliate, indicazioni contrariate rispetto al suo lavoro. Soprattutto che questo allenatore è Luciano Spalletti, uomo che negli ultimi mesi ha abituato troppo positivamente i tifosi della Roma, tra risultati eccellenti e risalite in classifica. Nel suo ottimale cammino finora, che sta riportando i giallorossi verso una qualificazione Champions, spuntano però delle pecche evidenziate ieri nel 3-3 folle di Bergamo, che riguardano una difesa leggera e mai sicura.

Terzini, ma dove andate? – Spalletti ha presentato una Roma quasi sperimentale a Bergamo, una difesa a quattro con Rüdiger terzino destro, Manolas e Zukanovic centrali e Digne confermato a sinistra, riportando Florenzi tra i centrocampisti. Di base una soluzione fattibile, che però non ha reso come sperato. Colpa del posizionamento esageratamente alto dei due laterali di difesa, sempre troppo alti, come quando Luis Enrique a Roma chiedeva ai vari Rosi e José Angel di spingere come fossero ali inarrestabili. E se dalle discese consuete di Digne è nato il gol dell’1-0, dall’altra parte il tedescone tutto muscoli ed intraprendenza ha sofferto da matti nella fase di rientro. Non a caso el Papu Gomez lo ha schernito in almeno 5-6 occasioni, senza contare che l’ex D’Alessandro ha fatto secco per lo stesso motivo un Digne già acciaccato e troppo lontano dall’azione, così come successivamente anche il neo entrato Emerson Palmieri.

De Rossi in difficoltà. Keita in panchina – Altra scelta che non ha aiutato affatto la fase difensiva della Roma ha riguardato l’inserimento dal 1′ minuto ancora una volta di Daniele De Rossi, giudicato insufficiente da quasi tutti i pagellisti del lunedì. Gara sottotono e spesso imprecisa di capitan futuro, che dopo la sufficienza striminzita di Roma-Bologna è tornato a deludere, più per una questione di posizionamento e di filtro. Dopo l’inizio lampo della squadra capitolina, De Rossi si è rifugiato in una zona ibrida, troppo schiacciato ai due centrali, senza fare scudo ne’ tenere a distanza gli inserimenti atalantini. Nullo in fase di copertura, ancor più inesistente nel tenere e far girare il pallone, mossa che sarebbe dovuta essere salvagente ideale per tenere a bada la rimonta dei padroni di casa. E Seydou Keita? Inspiegabile come uno dei migliori della nuova era Spalletti per rendimento e maturità tattica sia rimasto fuori per due match fondamentali di seguito. Scelte ed esperimenti che costano caro nella corsa all’Europa che conta.

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