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IL MESSAGGERO La scrivania può e deve attendere, Francesco è ancora un calciatore

Totti e Spalletti
Totti e Spalletti

(M. Ferretti) – Tre gol rosa per Isabel. Cristian e Chanel, state tranquilli, non se ne avranno a male. Ma da quando in casaTotti è piombata la principessina, lo scorso 10 marzo, il capitano della Roma sembra un altro. E non soltanto perché da qualche giorno sul braccio destro si è fatto tatuare un disegno dedicato proprio all’ultima arrivata. Da quando mamma Ilary ha messo al mondo Isabel, Francesco alla soglia dei 40 anni sembra ringiovanito, e le tre reti realizzate nelle ultime due partite (scampoli di partite…), con la strepitosa (irripetibile?) impresa dell’altra sera contro il Torino, lo stanno a testimoniare. E, chissà, forse proprio pensando alla sua famiglia mercoledì, dopo aver segnato il calcio di rigore da tre punti e da Champions, ha puntato dritto una telecamera e ha spedito un bacio alla sua donna, bloccata a casa con gli eredi, accompagnando il gesto con un eloquente “Ilary ti amo” che non ha bisogno di alcun commento. Chi si aspettava che la questione contratto lo sfinisse, ha preso un palo in faccia.

FATTI, NON PAROLE C’era una volta “Totti logora chi non ce l’ha” ora c’é “Totti logora chi non lo vuole più”. Per settimane, per mesi Francesco ha urlato al mondo di sentirsi ancora un calciatore al cento per cento, ma nessuno gli ha creduto. E così si è dovuto accontentare di una manciata di minuti, 16 nelle ultime due partite, per dimostrare che non diceva bugie. Che può ancora fare/essere un calciatore. Non è sicuro (non lo è affatto…) che la sua tripletta per Isabel faccia cambiare idea a chi l’ha bollato, da una vita, come inutile; il rinnovo del suo contratto è lontano, forse irraggiungibile anche dopo le lacrime dell’Olimpico (ieri Checco a Trigoria ha abbracciato il tifoso Alessio, inquadrato dalle telecamere mentre piangeva dopo il rigore). Come se, a conti fatti, quei tre gol non contassero nulla. Segnarli o non segnarli sarebbe stata la stessa cosa. Possibile? Ce lo dirà il tempo, come sempre. Anticipare verdetti non ha senso, visto che alla fine del campionato mancano ormai solo poche partite. Di certo, papà Francesco non ha alcuna intenzione di mettersi in pensione o di indossare i panni del dirigente: se non potrà più giocare a pallone con la Roma, lo farà da un’altra parte. Ilary, raccontano, è già pronta a preparare i bagagli, a caricarsi i tre figli sulle spalle e a seguire il suo uomo. In ogni angolo del mondo. Ora è così, ma nessuno se la sente di escludere novità. Chissà. Qualche giorno fa, Francesco ha incontrato il dg Mauro Baldissoni che gli ha ribadito la disponibilità della Roma ad accontentarlo in tutti i modi. Da dirigente, però. Il gol di Bergamo e la doppietta al Torino erano ancora in cantiere ma, come detto, la Roma appare irremovibile anche di fronte alla prova provata che Totti è ancora un calciatore. Il quale,vale la pena ricordarlo, non ha mai rivendicato un posto in squadra ma soltanto la possibilità di fare ancora il suo mestiere.E, a questo punto, l’interrogativo scatta automatico: la Roma non intende rinnovargli il contratto perché davvero non lo considera più un calciatore? Fosse vero questo, tutto sarebbe stato inutile, tre gol in due partite in primis. Ma la Roma, è ovvio, può decidere ciò che vuole, tranne negare la realtà. Il presidente Pallotta non ha mai perso occasione per garantirgli “Francesco, smetti quando vuoi tu”e, per questo, sarebbe poco carino se il capitano non potesse più decidere per conto proprio. Lui si appella proprio alla promessa di Mister Jim e di questo parla con il fratello Riccardo o con il cugino Angelo che, fedelissimi e affettuosi, non lo mollano mai. Trigoria, casa, gli amici più stretti: ecco il mondo di Totti a meno di due mesi dalla fine della sua storia con la Roma. Già, la fine della storia. Ma davvero può, deve finire così?

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