(U. Trani) Pedalare a testa bassa: lo slogan di Spalletti si sposa bene con il comportamento da avere fino al traguardo. Perché la Roma, lasciati per strada punti preziosi tra inizio novembre e metà gennaio, non si può permettere distrazioni e soste durante la volata Champions. Il Napoli secondo, anche senza Higuain, è subito ripartito, allungando a più 7. I giallorossi sono chiamati a rispondere nel monday night casalingo contro il Bologna per restare in scia della rivale in attesa dello spareggio del 25 aprile all’Olimpico. L’obiettivo minimo per la proprietà Usa resta il podio, ma il tecnico di Certaldo spera di piazzarsi, come ha fatto negli ultimi 2 tornei il suo predecessore Garcia, alle spalle della Juve per evitare i fastidiosi preliminari di agosto e soprattutto le eventuali dismissioni tecniche.
RITMO SCUDETTO – In palio, in queste ultime 7 gare, c’è dunque il futuro. Anche perché Spalletti, in 12 giornate, ha riportato la Roma ai vertici del nostro calcio. Addirittura più nella considerazione che nella classifica: rivalutata la rosa, attraverso il lavoro e il gioco. Il raccolto, 29 punti su 36 disponibili, è servito per il momento a salire al 3° posto e a staccare l’Inter e la Fiorentina. La Juve capolista, capace di vincere tra l’altro lo scontro diretto allo Stadium con il nuovo allenatore arrivato a Trigoria da soli 10 giorni, ha invece potuto sfruttare il vantaggio accumulato prima del cambio sulla panchina giallorossa, anche se la Roma ha viaggiato nelle ultime 10 partite alla velocità dei campioni d’Italia, messaggio che Allegri dovrà tener presente per la stagione che verrà. La serie positiva (9 successi e 1 pari), iniziata proprio dopo il ko contro i bianconeri a Torino, ha riaperto la corsa al 2°posto. Con la striscia, da incrementare contro il Bologna che si presenta senza Giaccherini e Destro (out pure Mounier e Taider), ha messo al sicuro il 3°. In caso di vittoria, dopo la sconfitta della Fiorentina a Empoli, aumenterebbe il distacco dal 4°, dove adesso c’è l’Inter che, con 1 gara in più, è ancora sotto di 5 punti.
TURNOVER AL MINIMO – Spalletti sta cambiando spesso il sistema di gioco. Non ne ha scelto, come nella prima esperienza a Trigoria, uno di riferimento. All’epoca puntò sul 4-2-3-1 che ha usato anche in questa nuova avventura e che potrebbe riproporre proprio contro il Bologna. Ha, invece, utilizzato quasi sempre gli stessi interpreti, scelta che ha permesso alla Roma di trovare equilibrio, efficacia e continuità, insistendo su chi sta meglio fisicamente e soprattutto su chi partecipa bene all’addestramento quotidiano. Senza guardare in faccia nessuno. «Per il bene della Roma» ripete spesso. Ha lasciato fuori diversi big, non solo Totti: in panchina sono finiti anche Maicon, De Rossi e Dzeko, senatori che si candidano per riavere già stasera spazio dall’inizio. Il centravanti spera di prendere il posto dello squalificato Nainggolan, anche se c’è sempre la formula senza prima punta: il 4-3-1-2 con Florenzi a centrocampo e Maicon terzino (come il 7 febbraio contro la Sampdoria). Sembra, invece, esclusa la rotazione extralarge, ma alcune posizioni sono da verificare: Keita e Salah non si sono più fermati e Ruediger ha combattuto in settimana con il mal di denti.
CALO ROSSOBLU – E’ il derby d’America, tra lo statunitense Pallotta e il canadese Saputo. Ma il gap è enorme: sono 27 i punti che separano la Roma dal Bologna. Anche il club rossoblù ha ripreso quota dopo aver esonerato l’allenatore di inizio stagione. Saputo si è mosso prima di Pallotta, mandando via Delio Rossi a fine ottobre e chiamando Donadoni. L’intervento in corsa, come per la società giallorossa, è risultato decisivo. Il nuovo tecnico, partendo dal terzultimo posto, ha messo al sicuro Il Bologna da più di un mese. Ma si è improvvisamente fermato da 6 partite: 3 sconfitte di fila e 3 pari. La Roma non può sapere se sia un bene o un male.