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IL MESSAGGERO Totti, un derby avvelenato

Totti
Totti

(U. Trani) Il tormentone, in attesa del derby che più triste non si può per l’assenza della cornice, è ripartito di prima mattina. «Totti sarebbe rimasto alla Roma gratis per un anno. Ma gli hanno detto di no. E non è un pesce d’aprile». Lo scrive, su Twitter, Daniele Lo Monaco, giornalista professionista ed ex responsabile della comunicazione della Roma (il primo dell’éra Usa). Il tweet fa subito il giro del mondo, arrivando fino a Boston, dove James Pallotta si affretta a smentire l’indiscrezione. Cosa che non ha fatto il capitano e questo potrebbe bastare e avanzare per capire che la notizia non sa di bufala. Il nodo, del resto, non è mai stato economico: il 4 agosto scorso, affrontando l’argomento, Il Messaggero ipotizzò che Francesco avrebbe potuto proporre alla proprietà di giocare l’ultimo anno al minimo di stipendio, come fece Tommasi dopo il grave infortunio al ginocchio.

SENZA FINE «Non esiste un caso Totti»; «Il presidente e Francesco stanno trattando». Sono le dichiarazioni ufficiali (e recentissime) rilasciate da Baldissoni in diretta tv sulla questione che è ancora apertissima. Il dg, volato a Boston pure per discutere il suo rinnovo di contratto in scadenza a giugno, ha pensato di depistare la platea che però non ha abboccato. Perché il caso c’è e la trattativa no. Il capitano intende giocare l’anno prossimo e aspetta di sapere se qui o all’estero; la Roma, invece, vuole farlo smettere. Totti è stato chiaro in pubblico, il club preferisce il privato (canaletti amici). Manca, insomma, la presa di posizione ufficiale. Che Francesco si aspetta dal presidente in prima persona. Non resterà da dirigente, pur avendo 6 anni di contratto (600 mila euro stagione), a conferma che il lato economico non fa parte del fattaccio di Trigoria. Anche la famiglia lo spinge a lasciare la Roma, soprattutto per il trattamento ricevuto in questi mesi. Meglio vivere, da calciatore, la prossima annata a Dubai, o proprio negli Usa, Los Angeles o New York, prima di sposare Roma 2024, accanto a manager che, loro sì, lo stimano, come Luca Cordero di Montezemolo e Giovanni Malagò.

SENZA CHIAREZZA Il futuro è (quasi) scritto. Perché Totti, parlando giovedì pomeriggio per un quarto d’ora con il giornalista, ha raccontato di aver proposto a Pallotta, in uno dei colloqui avuti con lui (l’ultimo, a Trigoria, prima della gara contro la Fiorentina), di essere pronto a restare al minimo contrattuale. E di aver inizialmente riscontrato, rispetto al faccia a faccia di dicembre al De Russie quando gli consigliò di smettere (Spalletti non era ancora sbarcato e quindi da non coinvolgere), l’apertura del presidente per il rinnovo. Pallotta avrebbe dovuto sistemare la situazione qualche giorno dopo a Madrid, dove ha invece evitato Francesco. La notizia di Lo Monaco ha incassato la doppia smentita del presidente. Al messaggero.it: «È una bugia. Non è assolutamente vero e non è mai successo. Qualcuno sta infangando il nome del più grande di sempre». E all’Ansa: «Niente di vero, è un pesce d’aprile. Significherebbe insultare uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi. Non sono affari vostri i discorsi tra me e Francesco. Nessuno li conosce, solo io e lui». La smentita s’incaglia sull’ultima frase. Il giornalista, a Trigoria con la squadra che allena (l’Asa, classe ’99, ha affrontato la Roma allievi nazionali), ha raccolto la confidenza di Totti. Il colloquio non è avvenuto in segreto, ma alla luce del sole, ancora non calato sui tetti della capitale. A pochi metri i tecnici D’Andrea e Rubinacci, tanti giovani calciatori, compreso il piccolo Cristian, erede del capitano. Il club, per metà giornata, ha negato il contatto, dicendo che il giornalista avesse incontrato al bar solo Scala, il preparatore di Totti. Che era però andato a casa prima dell’arrivo di Lo Monaco. A fine venerdì la versione è maldestramente cambiata: la chiacchierata è stata un po’ ingigantita. Niente di nuovo.

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