(A. Serafini) Si potrebbe definire semplicemente un cambio generazionale, uno di quelli inevitabili, ma che comunque nella storia della Roma riesce a muoversi sempre su un unico filo conduttore. Per la prima volta nella storia del derby dei capitani, la fascia scivola dal braccio di Totti e De Rossi a quello di Alessandro Florenzi, l’ultimo arrivato e allo stesso tempo il primo e unico tra i predestinati.
Vivere un derby da romano in campo non è mai stato semplice, almeno all’inizio le gambe non girano mai come dovrebbero e l’emozione spesso gioca brutti scherzi.Non è un caso, quindi, che fino al minuto 83 della stracittadina, la prestazione di Florenzi non avesse registrato particolari sussulti, troppo sofferente in fase difensiva nella ripresa. Poi il pallone giusto e la personalità di provare un altro gesto tecnico difficile, con la traiettoria che prima di finire alle spalle di Marchetti attraversa una fitta selva di gambe.
Il primo gol al derby arriva con la fascia da capitano al braccio, mentre Totti e De Rossi saltano dalla panchina esultando alla fine definitiva della partita. Florenzi corre verso di loro e abbraccia per primo Daniele.
Al fischio finale diventa complicato gestire le emozioni: «Una volta segnai in un 7-1 in Primavera, ma questo vale sicuramente di più, anche se non sono ipocrita e dico che non è giusto giocare un derby così. Avrei preferito festeggiare in uno stadio pieno, sotto la curva piena». La gioia però rimane: «Vivo sensazioni altalenanti, ultimamente gestisco meglio questo appuntamento. Lo sento un po’ meno e gli anni mi aiutano, anche De Rossi e Totti ora li sentono come me».
Il passaggio delle consegne definitivo arriverà in un futuro ormai molto vicino: «Provo un sentimento di orgoglio – aggiunge il numero 24 – perché prima di me ci sono due capitani, due grandissimi uomini che hanno fatto la storia della Roma, spero che la gente non se lo scordi. Stanno scrivendo e continueranno a scrivere la storia di Roma. Per questo ho deciso di condividerlo con chi dalla panchina voleva dare il suo contributo, cioè De Rossi. Gli avevo promesso che se avessi segnato avrei festeggiato con lui prima di tutti gli altri». Alla fine l’abbraccio è arrivato con tutti, anche con Totti, che a fine gara (insieme a Salah e Strootman) preferisce infilarsi direttamente negli spogliatoi.
E Florenzi non si tira indietro anche quando gli chiedono di commentare l’incertezza contrattuale legata al futuro del numero 10: «Non penso sia stato questo il suo ultimo derby, non credo sia così. Sarà Francesco a decidere il suo destino. E poi se avesse giocato De Rossi sarebbe stato capitano come è giusto che sia».
Per questo anche Luciano Spalletti, mantenendo il suo ruolo, dedica un passaggio obbligato: «Sono il primo ad essere dispiaciuto per non aver inserito Totti in corsa. Secondo me ci potevano essere le condizioni, doveva fare la sua parte oggi, ma da allenatore devo considerare anche altre cose. Ho calciatori forti quasi come Francesco e devo tenerli in considerazione, ma mi dispiace per non averlo fatto giocare».