(A. Serafini) – Sono trascorsi quasi 6 anni esatti da quel 18 aprile 2010, quando Claudio Ranieri gelò lo stadio Olimpico rischiando il tutto per tutto: sotto di un gol a fine primo tempo in un derby che profumava già di beffa, il tecnico comunica a Totti e De Rossi di sedersi in panchina. Un sacrilegio per il mondo romanista, cancellato poi in fretta dall’evidenza di una scelta che permise ai suoi di cambiare la storia di una gara, vinta in clamorosa rimonta. Da quel momento il tempo è passato inesorabile quasi per tutti, lasciando però i capitani romanisti saldamente al comando dei derby che si sarebbero giocati successivamente.
Per questo la stracittadina in programma domenica all’Olimpico è pronta a registrare l’arrivo di un triste, ma inesorabile dato: Totti e De Rossi potrebbero condividere per la prima volta l’ipotesi di guardare dalla panchina l’inizio di un derby, fatto già accaduto nella partita di andata quando però entrambi furono costretti a dare forfait a causa dei rispettivi infortuni.
Adesso invece, la scelta ricadrà esclusivamente su Luciano Spalletti e di conseguenza sulle molteplici alternative che l’attuale rosa garantisce. D’altronde il centrocampista è fermo ai box dalla trasferta del 2 febbraio scorso con il Sassuolo, quando il numero 16 fu costretto ad alzare bianca per un fastidio al solito polpaccio, trasformato poi dagli esami in una vera e propria lesione muscolare. A due mesi di distanza e con qualche interruzione saltuaria per un leggero mal di schiena, si abbassano quindi le quotazioni per una maglia da titolare nel ballottaggio aperto con Keita. Nonostante tutto De Rossi vuole esserci, ieri ha svolto senza problemi la seduta di allenamento a Trigoria, lasciando quindi uno spiraglio nella possibilità di farsi trovare pronto in caso di una chiamata nel corso della gara.
Discorso diverso per capitan Totti, trascinato dalla carta d’identità nelle scelte secondarie dell’attacco giallorosso. Una situazione messa in chiaro sin da subito da Spalletti, ma che ancora non è stata digerita del tutto dal numero 10, infastidito più che altro dall’incertezza (apparente) societaria che ruota intorno alla richiesta di un prolungamento contrattuale. Il viaggio romano di Pallotta non ha smosso o chiarito i dubbi di Totti, convinto di poter proseguire per un altro anno a certi livelli sostenuto da una condizione fisica che nell’ultimo periodo è gradualmente migliorata.
Per questo Francesco non è riuscito a smaltire l’insoddisfazione causata dalla mancanza di comunicazione del presidente americano, che nelle ultime ore ha riaffrontato l’argomento sfruttando la tappa dirigenziale a Boston (organizzata principalmente per la questione stadio) di Baldissoni e Zanzi. Il lento trascinarsi su una questione rimasta irrisolta non può escludere nuovi sviluppi, almeno fino a quando le decisioni definitive non saranno rese pubbliche. E se per Totti non è ancora stata presa in considerazione l’idea che quello di domenica potrebbe essere il suo ultimo derby con la maglia della Roma, De Rossi guarda il futuro con meno pressione, aspettando la fine del contratto fissato nel giugno 2017. Poi si vedrà.