(A. Serafini) – Una parte della Roma vola in America, l’altra nella Capitale attende che si registrino sviluppi. In un senso o nell’altro. Già, perché la tappa a Boston del dg Baldissoni, includerà inevitabilmente anche il capitolo dedicato al futuro di Francesco Totti, fermo in una fase di stallo tra le intenzioni iniziali diJames Pallotta e la possibilità che le cose possano nuovamente cambiare. Soprattutto dopo gli ultimi giudizi del campo.
D’altronde il viaggio programmato per discutere in primis sui progressi relativi alla consegna del progetto definitivo del nuovo stadio, sarà costretto ad aggiungere un altro capitolo di discussione alla vicenda, esplosa con maggior vigore sotto i colpi del capitano romanista, sempre più convinto di voler continuare la propria carriera calcistica.
Una volontà mai nascosta e ora più che mai supportata dai risultati delle ultime 4 gare, in cui è sempre riuscito a lasciare l’impronta. Anche in maniera determinante. Per questo l’incontro tra il presidente giallorosso e Baldissoni (insieme a lui sono partiti anche Zecca e Massara, quest’ultimo incaricato di seguire il progetto As Roma Academy), servirà più che altro per confrontarsi su un aspetto che forse finora non era mai stato analizzato fino in fondo. La «risorsa tecnica» Francesco Totti in grado di essere utilizzata nella prossima stagione sotto la gestione ferrea di Luciano Spallettiè l’unico elemento ancora in grado di poter ribaltare le decisioni di Pallotta, sicuro che la personalità e il peso di quel numero 10 all’interno dello spogliatoio possano destabilizzare una futura fase di crescita della squadra.
Per questo il dialogo tra le parti andato in scena nelle ultime settimane si è concentrato proprio su quest’aspetto, soprattutto in vista di uno scenario che difficilmente cambierà nel prossimo anno:Totti scenderà in campo soltanto e se l’allenatore lo riterrà opportuno. Un punto che la società giallorossa ritiene inattaccabile.
in campo, rimane quantomeno doveroso concedere ai tifosi romanisti la possibilità di non perdersi l’ultima del capitano all’Olimpico, il prossimo 8 maggio alle 12.30 con il Chievo.
Trovare una risposta quindi, risulta complicato. Anche per Walter Sabatini, intervenuto ieri sera ai microfoni di Mediaset: «Chi vive a Roma si accorge che la luce indugia sui tetti, quindi dissi cheTotti era la luce sui tetti perché non si spegneva mai. Questa frase la dissi cinque anni fa, ma ancora è valida, non si è spento. Il punto di domanda su Totti è “Vuoi finire quando sei ancora al massimo livello o quando non ce la fai più?”. Francesco pensa che queste sue possibilità tecniche, dinamiche e fisiche siano procrastinabili nel tempo. Lui ha una vera passione per il calcio, una voglia adolescenziale, su questo non ci sono dubbi».
Sulla gestione tecnica però, il ds non ha dubbi: «Spalletti ha fatto il suo lavoro. Quando l’ha ritenuto giusto, ha fatto giocare Francesco con ottimi risultati. Ha avuto l’onestà di metterlo in campo a giocare. E in campo ce l’ha messo l’allenatore, non la stampa e nessun altro. Il tecnico è fuori da questa possibile polemica, o qualsiasi discorso che possa esser fatto. Lui ha fatto il suo mestiere, e l’ha fatto anche bene».
In attesa di ricevere aggiornamenti, Totti nel frattempo non ha escluso l’ipotesi (che però non lo convince molto) di continuare altrove. La voglia di allontanare il momento dell’addio ha aperto il fronte delle richieste in giro il mondo. In questi giorni infatti due intermediari di mercato sono volati a Dubai per ingaggiare discorsi preliminari con gli arabi dell’Al Jazira, club di Abu Dhabi in cui milita anche Mirko Vucinic. Dagli Emirati, il tavolo della trattiva è pronto ad aprirsi. Ma soltanto come ultima delle soluzioni, quella che Totti vorrebbe senza dubbio evitare.