(A. Austini) – Totti vuole continuare a giocare e si sente ancora più forte dopo la doppietta assist col Bologna-gol all’Atalanta. Dall’altra parte Spalletti e Pallotta sono concordi sul fatto che il capitano non possa più avere spazio con continuità nella squadra e allora è meglio che smetta per evitare di prolungare un altro anno una questione pesantissima a livello mediatico e per lo spogliatoio.
Il giorno dopo la dura lite di Bergamo Totti e il tecnico si sono parlati a Trigoria, con la mediazione dei dirigenti, Sabatini in primis, avviata già da domenica notte. A quanto pare il chiarimento ha avuto almeno l’effetto di stemperare i toni una volta superati il nervosismo del post-partita. Dopo il colloquio mattutino, le telecamere di Roma Tv hanno ripreso i due sorridenti, uno vicino all’altro, durante l’allenamento. A vederli così sembra tutto risolto, e allora la società ha deciso di pubblicare il video sul sito ufficiale.
Poco dopo Totti è tornato parlare per la prima volta dopo l’intervista deflagrante di febbraio. Intercettato da Valerio Staffelli di Striscia la Notizia in mezzo al traffico, il capitano si è concesso a una breve intervista. «Con Spalletti tutto bene, il passato si dimentica e non è mai successo niente tra noi. È una bravissima persona e stasera – ha detto ironicamente – ci vado a cena. Non mi ha fatto giocare il derby? Capita. Spero non sia stato l’ultimo per me, se lo fosse l’ultimo la prendo come tutti i comuni mortali. Se sono ancora un grande calciatore l’allenatore dovrebbe essere contento: non voglio giocare sempre, ma… ».
Ricomposta pubblicamente la frattura con l’allenatore, Totti ribadisce le sue intenzioni sul futuro. «Se voglio appendere gli scarpini al chiodo? Mai. Posso dare ancora tanto alla Roma ma non dipende solo da me, bensì dalle scelte di tutti. Non è soltanto una questione tecnica».
Il «Tapiro» è toccato anche a Spalletti, che lo ha ritirato dentro Trigoria con battute e sorrisi e celare un’evidente disagio dell’allenatore. «Sono arrabbiato con Francesco – scherza il toscano – perché nel quarto d’ora che ha giocato ha segnato solo una volta. Poteva farne due, ma quella palla data a Dzeko vale come un gol. Lo tratto da calciatore importante, a Bergamo avevo bisogno del pareggio e lui ci ha dato questa possibilità. Per il futuro lui è il nostro “sbocco” per trovare soluzioni a tutto quello che si vuole, nel calcio giocato e non solo. Continueremo a stare insieme, io l’anno prossimo resto sicuro, Totti per altri 6-7-10 anni».
Ma in che veste? Pallotta ha deciso e almeno per adesso non pare intenzionato ad accontentare il numero 10 con un altro contratto da calciatore. La settimana scorsa Totti ha incontrato a Trigoria il dg Baldissoni, che gli ha illustrato in maniera più approfondita la posizione del presidente. Pallotta ha in mente una carriera dirigenziale per Totti, puntando sulla sua immagine fortissima nel mondo: è disposto a concedergli il ruolo di vice-presidente e lo vorrebbe invitare negli Stati Uniti per fargli incontrare alcuni ex calciatori che si sono ritirati di recente e ora hanno iniziato una nuova vita professionale con soddisfazione.
Il capitano si è mostrato interessato a riflettere sulla proposta, magari strappando qualche anno in più di contratto rispetto ai sei che già gli spettano da dirigente con stipendio da 600mila euro netti a stagione, ma il richiamo del calcio giocato continua ad avere il sopravvento. Così, nel frattempo, sta cercando di capire dove potrebbe eventualmente chiudere la carriera. In una storia talmente ingarbugliata non si può escludere nessuna soluzione: Pallotta è annunciato di ritorno a Roma alla fine di maggio e, magari, stavolta troverà il tempo per chiudere il caso definitivamente.
Spalletti, da par suo, vuole dedicarsi ad altre priorità: i risultati e la rincorsa alla Champions sono la sua prinicipale missione com’è giusto che sia. Per questo ieri, oltre a parlare con Totti, ha tenuto a rapporto tutta la squadra dopo essersi confrontato in separata sede con i dirigenti. La vigilia di Bergamo non gli è piaciuta affatto, ha visto una squadra poco coinvolta e unita verso l’obiettivo fondamentale di quei tre punti.
La «famosa» partita a carte notturna in albergo che lo ha mandato su tutte le furie è in realtà una sessione di poker online a cui non ha partecipato soltanto Totti. Spalletti lo ha detto chiaramente: vede giocatori presi da altri pensieri, specialmente quelli come Nainggolan, Pjanic e Manolas tentati dalle offerte di mercato. Inaccettabile per un tecnico «maniacale» come quello giallorosso, chiamato ora a scelte non facili per la gara di domani col Torino. E il campo, alla fine, conta sempre di più di qualsiasi parola.