(F. Ferrazza) – Lo scontro diretto con il Napoli gli sembra lontanissimo. In mezzo la sua Roma dovrà scansare le pratiche Atalanta e Torino, cominciando dalla trasferta di oggi a Bergamo. Ma il polverone alzato intorno al caso Higuain non è proprio piaciuto aLuciano Spalletti, abituato a esporsi senza troppi problemi. «Se io avessi avuto un giocatore squalificato, non sarei stato lì a far pesare troppo quello che manca alla squadra. Se hanno la possibilità di riavere a disposizione Higuain, per noi non deve cambiare niente: siamo la Roma, dobbiamo far vedere che siamo al loro livello e anche più bravi, sia che questo o quello possa esser usato o meno. Sarebbe una debolezza andare a sperare che gli manchi qualcuno, noi possiamo vincere con chiunque».
Mostra il petto, Spalletti, e si butta a capofitto nella gara di oggi con l’Atalanta, diventata ancora più determinante dopo il pareggio col Bologna. Si giocherà alle 12,30, un orario che non preoccupa il mister toscano. «Spesso ci alleniamo a mezzogiorno, è un’ora per noi ottimale. Quando stavo in Russia una volta giocammo in Siberia, dopo 5 ore di volo e 4 di fuso orario. Per noi erano le 8 del mattino: bisogna esser bravi e pronti sempre». La corsa per il secondo posto non può permettersi soste o errori, per un allenatore che si definisce «senza sentimento e senza anima quando devo fare le scelte di formazione: ho solo un’attenzione: quella dei risultati della Roma».
E per i tre punti sembra oggi tentato dalla possibilità di schierare Dzeko dal primo minuto. Prima regala uno zuccherino al bosniaco («avrebbe giocato contro il Bologna se non avesse avuto un problema fisico e probabilmente lo userò a Bergamo»), poi la frenata («ma anche Totti lo tengo in considerazione quanto Dzeko »). Per il numero dieci quella di oggi sarà la terzultima trasferta da giocatore, per un conto alla rovescia cominciato inesorabile. E fa strano pensare che la curva sud non ci sarà nell’ultima gara all’Olimpico del capitano giallorosso, visto che al momento gli ultras non sembrano intenzionati a fare un passo indietro, riempiendo nuovamente il settore. Neanche per applaudire Totti.
Restando in tema di tifo, sembra stia pensando di dare le dimissioni Sebino Nela, fresco di nomina a coordinatore dello Slo (l’ufficio che fa da collante tra la società e i supporter). L’ex giocatore si starebbe rendendo conto di quanto il suo ruolo sia marginale e (quasi) per nulla operativo, con il rischio che la sua immagine, amata dalla tifoseria giallorossa, ne possa risentire.