(G. Buccheri) – Un contatto senza cattive intenzioni. Gonzalo Higuain esce dal duello di Udine con i nervi a pezzi, i cattivi pensieri e una probabile (probabilissima) squalifica di quattro giornate in campionato: una stangata, dunque, che non diventa maxi proprio per quel contatto (le mani sul petto dell’arbitro Irrati) giudicato dallo stesso direttore di gara dalle intenzioni non violente.
Record di gol a rischio – Napoli piange, il suo gioiello di più. Higuain potrebbe saltare la sfida con il Verona, il viaggio a San Siro per affrontare l’Inter, il Bologna e la gara con la Roma all’Olimpico. Quattro turni di una stagione fino ad ora arricchita da trenta gol, ma che rischia di fermarsi sul più bello: all’orizzonte, personale, c’è il record di reti in A (35, primato di Nordahl) che, l’argentino, potrebbe essere costretto ad inseguire non in sette partite come da calendario, ma soltanto in tre, le ultime. Da dove nascerebbe l’attesa squalifica? Una giornata è automatica visto il doppio cartellino giallo, due troverebbero fondamento nelle ingiurie («Vergogna…», ed altro) dette dal Pipita in faccia all’arbitro con il rosso fra le dita e un’altra per le mani appoggiate sul fischietto di Udinese-Napoli.
Tariffario noto – Napoli piange, il suo volto copertina di più. Già nel dopo partita i dirigenti partenopei avevano avuto rassicurazioni su quello che avrebbe scritto a refertoIrrati. Nessun atto violento: il messaggio del direttore di gara a chi gli chiedeva un’immediata valutazione del gesto dell’argentino. Ma, allo stesso tempo, pensare a una sanzione lieve come fa qualcuno sotto al Vesuvio appare un modo per esorcizzare il pericolo. In casi del genere il «tariffario » è noto e il Napoli lo conosce, tanto è vero che si prepara già l’appello: l’obiettivo, nel caso fossero davvero quattro le giornate di stop, è quello di ottenere lo sconto di una per permettere a Higuain di essere protagonista almeno nel delicatissimo incontro con la Roma.
«Ce ne aspettiamo una» – I fatti di Udine riportano l’orologio indietro al caso Borja Valero: lo spagnolo della Fiorentina toccò la spalla del fischietto Gervasoni e finì prima del tempo la sfida con il Parma. Verdetto? Quattro partite fuori dai giochi, tre dopo il ricorso. Higuain non parla, lo fa il fratello e manager Nicolas e torna, puntuale, la sindrome del complotto. «Se la legge – dice – è uguale per tutti, giacché la testata di Bonucci a Rizzoli non è stata punita, mi aspetto per Gonzalo una sola giornata di squalifica». Al di là del fatto, non secondario, che nessuna testata c’è stata nel duello Bonucci-Rizzoli, ogni caso fa storia a sé. Come il futuro di un attaccante che rimane sul mercato: Higuain e il Napoli devono discutere del loro rapporto. E il finale di stagione non potrà che avere il suo peso: toccare cifre da capogiro, ma solo per la gloria individuale, può cambiare l’umore. Il Pipita vuole vincere qualcosa di importante come parte di un gruppo ed avere le garanzie di poterlo fare: in Europa lo cercano e i quasi 94 milioni di clausola rescissoria da pagare non spaventano i grandi club inglesi o tedeschi.