Massimo Ferrero, presidente della Sampdoria, ha parlato del calcio italiano e di Francesco Totti:
“Parlando in generale del calcio italiano e dell’andamento dei giocatori penso che la loro rovina siano i genitori e gli stipendi troppo alti data spesso la loro giovane età. Io vedo comunque del buono in loro ad esempio quando ho dovuto subire un piccolo intervento e tutti i miei giocatori mi hanno detto vinceremo per lei. Forse io non sarò un grande presidente ma penso che queste cose, anche piccole, sono in realtà belle e importanti, necessarie per recuperare un’umanità che spesso in questo settore è stata persa. Considerando alcuni fatti ultimamente successi, come ad esempio la questione delle curve, sostengo con tutto me stesso che senza il tifoso non c’è partita e non c’è stadio. Ma sottolineo che bisogna imparare a fare il tifoso, ognuno il suo lavoro. Qui c’è una confusione pazzesca, tutti vogliono fare tutto ma questo non giova al calcio stesso. Francesco Totti è una persona molto intelligente, io ho avuto modo di conoscerlo tanti anni fa. Non so come l’abbiano trattato, penso che forse non ha ricevuto quello che invece si sarebbe meritato per quello che ha dato. Nessuno al mondo si può permettere di discuterlo, per cui, se è stato trattato male, la colpa è sua che non deve permetterlo. Penso, inoltre, che almeno per un altro anno Francesco possa dare tanto al calcio italiano. Parlando di Cassano, con lui il rapporto è ottimo. Il nemico di Cassano è lui stesso, quindi ha bisogno ogni tanto che qualcuno gli dica le cose come stanno. E io questo faccio. Tornando su Totti e pensando a un suo possibile futuro sostituto vi dico che secondo me sarà impossibile trovarlo. Se dovessi pensare ad un giocatore della Sampdoria che farebbe comodo alla Roma vi risponderei che in Italia manca oggi un bomber alla Vieri. Non esiste più il falso nueve. Francesco, quindi, rimarrà una leggenda e nessuno lo potrà mai associare al suo subentrante. A parer mio Il centravanti più forte della Roma è stato Montella. Un giocatore che ha fatto 28 gol, un vero professionista. Si vede anche oggi che allena, ha la passione, insegnerebbe tutto il giorno i segreti del calcio. Zenga, invece, è una persona molto introversa, che non ha accettato certi consigli che invece sono necessari con i giocatori che devono esser messi sotto torchio perché sono ragazzi giovani. Con lui i ragazzi non si sentivano quindi sicuri. Abbiamo deciso insieme di cambiare. In conclusione dico a tutti voi una cosa importante: evviva il calcio, evviva lo sport e voi che lo tenete in vita”.
Fonte: Centro Suono Sport