(S. Carina) – Quarantanove minuti per far capire che “The King of Rome is not dead”. L’urlo incredulo del giornalista di “Al di Jazeera Tv” e “Fox American TV” Richard Whittle (coniato dopo una doppietta al derby nel 2011) è riecheggiato ieri nell’etere romano. Se il pareggio col Bologna allontana la Roma dal secondo posto, la prova del capitano giallorosso ha riacceso i discorsi sul rinnovo che non arriva. Proprio nei giorni in cui la Nba si emoziona nel salutare Kobe Bryant e il Nino Torres lo prende a modello («Voglio essere il Totti dell’Atletico»), a Francesco è bastato poco per far ripartire il dibattito. Un tocco di prima a liberare Salah, un paio di conclusioni e intuizioni a ripetizione, sono servite per riconquistare il palcoscenico perduto. Sarà anche vero che corre meno degli altri ma paradossalmente in una squadra di velocisti come quella giallorossa, la sua classe potrebbe soltanto trovarne giovamento. La domanda è lecita:può/deve smettere di giocare a calcio davvero un Totti così?
Anche Spalletti ha ammesso di esser rimasto sorpreso: «Francesco mi ha dato quello che chiedevo e anche qualcosa in più, con contrasti e giocate sporche. Gioca di prima e invece di restituire palla, dà seguito all’azione come ha fatto nel gol di Salah». Ma la sorpresa è arrivata dal pubblico. Il boato che ha accompagnato il suo ingresso in campo era naturale sino a poco tempo fa. Lunedì ha rappresentato qualcosa di diverso, al quale non si era più abituati nell’Olimpico “formato acquario” degli ultimi mesi. Quasi unanime il consenso tra radio e social network per il numero 10 (invitato anche a candidarsi come sindaco da alcuni tifosi). Come al solito la palla ora passa al presidente Pallotta. Che nell’ultima intervista a “Roma Radio” ha pensato bene di non sfiorare l’argomento rinnovo. Ora tocca al presidente decidere se disperdere l’entusiasmo ritrovato o provare a ricucire la vicenda. Totti aspetta. E continua a divertirsi e a divertire. Così come potrà continuare a lavorare con i giovani un’altra bandiera, quel Bruno Conti che sembra al passo d’addio e che invece ha rinnovato fino al 2019.