Il futuro di Miralem Pjanic alla Roma è ancora in bilico. Un modo per trattenerlo nella Capitale ci sarebbe eccome. Basterebbe rifargli il contratto: o subito (togliendo di mezzo la famosa clausola da 38 milioni di euro) o all’inizio della prossima stagione (passaggio obbligato se il bosniaco resterà alla Roma, visto che l’attuale accordo scade nel 2018), trovando l’accordo con il giocatore già oggi, in modo tale da scongiurare qualsiasi assenso a una eventuale cessione. Già, perché se qualcuno pagherà quella famosa clausola sarà solo perché avrà già incassato il sì del giocatore. Questa, però, è un’ipotesi che la Roma allo stato attuale non prende in considerazione. Ergo, Miralem Pjanic è lì, all’asta, anche se è un’asta un po’ anomala, con un prezzo già fissato. Ed in tal caso ha ragione il d.s.Sabatini, si è spettatori passivi, non si può fare niente: se qualcuno vuole, paga il prezzo concordato e porta via.
La realtà è che la Roma deve fare cassa entro il 30 giugno (si è iniziato con i 3,5 milioni di Politano dal Sassuolo) e servono circa 30 milioni di euro. Questo per evitare ulteriori sanzioni da parte dell’Uefa. Pjanic, dunque, resta in vendita. La Juve lo vuole e sta cercando anche contropartite tecniche (l’ultima idea è inserire nella trattativa Berardi), Ancelotti ha fatto subito il suo nome alla dirigenza del Bayern e Luis Enrique da un paio di anni (da quando si è seduto sulla panchina delBarcellona) vorrebbe vederlo in Catalogna. E Mire? Gli piacerebbe restare alla Roma e fare una stagione con Strootman e Nainggolan, ma ha capito che il sacrificato numero uno sull’altare del fair play finanziario potrebbe essere proprio lui.