(P. Taormina) – Il Gasp non ha ancora dimenticato. Doveva prendere il posto di Mazzarri, sulla panchina del Napoli, o almeno cosi De Laurentiis gli fece credere. Mai averebbe pensato che alla fine il tecnico toscano sarebbe rimasto sulla panchina azzurra per un’altra stagione. Era il maggio del 2012. Il Gasp non ha dimenticato, evidentemente non ha neppure mandato giù quel gesto. Ieri, l’allenatore delGenoa, ha tirato fuori un argomento che probabilmente non lo farà vincere il premio dell’eleganza. Perche Gasperini, nel presentare la sfida di domani con la Roma, in lotta con il Napoliper il secondo posto, ha ammesso: «Abbiamo alcuni giocatori che sono diffidati e quindi dovrò fare delle valutazioni». Nella lista Gabriel Silva, Ansaldi, De Maio e Rigoni che potrebbero finire in panchina per non rischiare di essere squalificati e dunque saltare la gara con la Samp. Non proprio il top del fair play.
E chissà come la prenderanno i tifosi del Genoa con l’anima spaccata in due, in preda di una terribile lotta di sentimenti che non si era più fatta viva dai tempi di Amedeo Nazzari. Gemellati con quelli delNapoli dalla più solida delle amicizie calcistiche che si ricordino in Italia, farebbero carte false per fare un regalo ai «fratelli napoletani». Domani a Marassi verrà messo a nudo un conflitto straziante, un paradosso tragicomico: pensare già al derby con la Sampdoria e dunque rinunciare a De Maio, Ansaldi e soci oppure fermare la Roma e favorire il Napoli nella corsa al secondo posto?
Tre giornate alla fine del campionato e ogni turno sara un intreccio da libro «Cuore», con l’intreccio di tanti incroci. Come quello di Reja e il Napoli, certo. Lui, il tecnico che ha guidato gli azzurri nel salto dagli inferi della C alla serie A, in una cavalcata durata 4 anni che lo rende tra gli allenatori più amati dal popolo azzurro. Potrà mai essere lui a fare uno sgarbo al Napoli? E’ fin troppo chiaro, dunque, che trattasi di scontro fratricida, se non proprio edipico, ma in cui sarà opportuno mettere da parte i sentimenti. Tra sette giorni, nello stadio «Grande Torino» (gia il nome mette i brividi…) un altro ex meno fortunato si imbatterà sulla strada del Napoli: Ventura durò una manciata di mesi alla corta di De Laurentiis, viveva a Varcaturo ma gettò le basi alla ricostruzione post-fallimento. Probabilmente ha ancora tanta voglia di prendersi una rivincita. Il punto che nell’intreccio dei sentimenti, c’e pure quello tra Ventura e Spalletti. Dalle serie «C’eravamo tanto amati…». Il maestro e l’allievo. Ventura fu allenatore di Spalletti per due anni. Prima a Chiavari (Entella, C2), poi a La Spezia (C1)negli anni ’80. Quando Spalletti è sbarcato a San Pietroburgo, voleva Ventura al suo fianco allo Zenit ma alla fine preferì rinunciare. Si sentono spesso, il rapporto e solido. Amici, amicissimi, quasi fratelli. A tal punto che Ventura si è schierato apertamente dalla parte di Spalletti nel duello al sole con Totti. Amicizia senza sconti: il Torino all’Olimpico ha ceduto i tre punti solo nei minuti di recupero.
All’ultima giornata si rivedrà al San Paolo un altro vecchio amico: Roberto Stellone, 90 presenze e 30 gol con la maglia del Napoli tra il ’99 e il 2003. Stellone ha davvero un pezzo del suo cuore che lo lega alla maglia azzurra (e che manifesta in ogni occasione) ma è nato a Roma, dove gli amici lo chiamano ancora “er barone”. Se il Frosinone dovesse essere ancora in corsa per la salvezza non ci sara amicizia che tenga tra lui e il Napoli. Non se ne esce più, insomma, in questi intrecci senza fine che daranno il verdetto finale sul secondo posto. Senza dimenticare che proprio il 15 maggio la Roma andrà a San Siro contro il Milan: un altro incrocio di sentimenti non proprio di secondo piano.