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IL MESSAGGERO Roma, vietato non crederci

esultanza Roma
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(A. Angeloni) Un’ultima chiamata per la Champions diretta e Luciano Spalletti fa bene a crederci, perché questo vuole l’aritmetica. Il Napoli deve battere il Frosinone e l’impresa non è di quelle titaniche, la Roma deve fare altrettanto contro il Milan, legato anch’esso all’ultima speranza per un posto in Europa League. Difficile, quasi impossibile, ma hai visto mai. Comunque vada sarà un successo, sostiene il tecnico della Roma, perché la squadra, e più volte lo abbiamo sottolineato, con lui in panchina, ha fatto cose grandiose: ha recuperato 5 punti al Napoli, 15 all’Inter e 20 alla Fiorentina. Non correva per niente, oggi spera ancora nel secondo posto. Ma il terzo va bene lo stesso, anche se non dà la certezza all’accesso diretto ai gironi della Champions ma, giocando prima di tutte, può dare vantaggi perché abitua alle grandi partite. E la Roma l’anno prossimo, di grande, deve fare una stagione intera, stavolta dall’inizio. Il finale di campionato non è come quello dello scorso anno, dove Rudi Garcia, proprio alla vigilia dell’ultimo atto, aveva fatto intendere che non ci sarebbero state speranze di colmare il gap con la Juve. Lucio invece si congeda alimentando entusiasmo. Perché la Roma competerà con tutti. Il compito, stasera a San Siro è vincere per mantenere fino all’ultimo la speranza del secondo posto e soprattutto per non ripetere gli errori del passato, quando addosso ai giocatori – a risultati negativi o positivi già acquisiti – è piombato addosso uno stato vacanziero. Che non abitua a essere vincenti: basti ricordare cosa ha fatto la squadra di Garcia dopo aver ottenuto il secondo posto sia nel primo (zero punti contro Catania, Juve e Genoa) sia nel secondo anno (zero punti con il Palermo). Sconfitte e umiliazioni, motivate appunto dal traguardo raggiunto. Spalletti, infatti, non vuole sentir parlare di mercato né di partita con il Milan senza senso. Crede e vuole che i suoi calciatori non lo deludano e si aspetta l’alta tensione.

IL VIA VAI Come tutte le ultime, per qualcuno è l’occasione per i saluti. Pare scongiurato quello di Totti (ci sono alcune cosa da sistemare in sede di accordo), per il quale si auspica (e si prevede) una standing ovation nel suo stadio (Buffon lo vorrebbe pure all’Europeo), che lo coccola da sempre. Rischiano di salutare anche i prestati Lucas Digne e Wojciech Szczesny, anche se il mercato è sempre in evoluzione e non si può mai sapere. Ma ad oggi, il portiere e il terzino, sono a fine prestito, quindi sono attesi da Arsenal e Psg. Rischia di salutare e qui siamo quasi all’assurdo, Edin Dzeko, arrivato a Roma tra l’entusiasmo e le aspettative di chi rivedeva il lui il Batistuta dello scudetto. Edin non ha significato il titolo, ha perso il posto da titolare e ultimamente ha giocato poco. Sente la sfiducia addosso e medita davvero di salutare e tra l’altro Spalletti ha fatto capire che nemmeno stasera è sicuro che giochi. L’elenco non è finito, e torniamo a Radja Nainggolan e Mire Pjanic, passando per Stephan El Shaarawy che, nonostante le dichiarazioni d’amore verso la Roma, non sanno ancora cosa ne sarà di loro. Ma stando a sentire Spalletti, chiunque deciderà (o se la società deciderà per loro), l’anno prossimo potrebbe perdersi qualcosa di interessante. Intanto siamo all’ultimo atto, evitare brutte figure. E’ il minimo.

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