(S. Carina) Ok, il prezzo è giusto. La Roma ha fissato quello di Dzeko: 21 milioni. Che poi possano esser studiate formule di pagamento particolari non è escluso ma è questa la cifra di partenza che alcuni intermediari che hanno il compito di trovare acquirenti per il bosniaco, debbono far presente ai club che si mostrano interessati al calciatore. Nonostante le carezze lessicali ricevute nelle ultime ore da Sabatini, il bosniaco è quindi sul mercato. Spalletti ha più volte lasciato intendere con i fatti come Edin non sia indispensabile e anche il ds, nel tentativo di difenderlo, si è lasciato andare a considerazioni che allontanano l’ex City dalla Capitale: «Servirà un confronto forte e definitivo con lui per capire quale potrà essere il suo ruolo della Roma. Se non ci saranno i presupposti, prenderemo decisioni comuni. Ma sarà sempre un patrimonio, eventualmente da ricollocare con attenzione». Non le parole con le quali si blinda un calciatore.
GATTI MACULATI Essere sul mercato non equivale però a venir ceduto. Perché bisogna che s’incastrino tre volontà: quella della Roma (che sotto una certa valutazione non scende), del calciatore (che di traslocare in campionati minori non ci pensa minimamente) e del club acquirente (che gioca sul flop italiano per abbassare il prezzo del cartellino). Al momento a spendere quanto chiedono a Trigoria ci sono soltanto 3-4 società cinesi. Le stesse che si erano già fatte avanti a gennaio (insieme a un paio di club tedeschi) e che erano state respinte. Edin a Roma si trova bene ma la volontà di giocare lo ha messo nelle condizioni di valutare le proposte che gli arriveranno. E quelle cinesi sono le ultime che prenderà eventualmente in considerazione. Sa che in Italia ha mercato (Milan e Inter in caso di cessione di Bacca e Icardi) e il suo nome è ancora spendibile in Premier e Bundesliga. Anche in Turchia che però non considera un torneo appetibile. Potrebbe essere lui parte della mossa a coda di gatto maculato tanto evocata da Sabatini. L’altra, se la Juventus o altri club non verseranno i 38 milioni della clausola di Pjanic (e in quest’ottica il ds lascia aperta non una porta ma un portone: «Se qualcuno vuole può pagare la clausola»), riguarderà Paredes e Ruediger. Ieri il ds sul difensore è stato esplicito come poche altre volte: «Lo riscatteremo, poi vedremo cosa dirà il mercato. Non è insostituibile». Tradotto: basta l’offerta giusta e il bell’Antonio saluterà senza rimpianti. Mossa che tra l’altro ricalcherebbe il modus operandi del club: nel 2013 per far cassa partì Marquinhos; nel 2014 Benatia; lo scorso anno alla fine furono preziosi anche gli 8 milioni del Lione per Yanga-Mbiwa e i 5 risparmiati per il riscatto di Astori. Per Paredes invece si cerca l’offerta giusta: ultimo a farsi avanti è stato lo Zenit ma l’argentino piace anche in Italia (Milan e Bologna). Capitolo arrivi: nonostante sino al 30 giugno la Roma dovrà concentrarsi a sistemare il bilancio (e quindi dovrà occuparsi di cessioni), l’interessamento della Juventus per Diawara appare alquanto sospetto. Più di qualcuno a Trigoria ritiene che sia una manovra di disturbo in ottica Pjanic. Il mercato del resto si fa anche così.