(A. Angeloni) – Kevin Strootman è la prima plusvalenza da mettere a bilancio. Non ci sono milioni in più da festeggiare. A farlo sarà Spalletti, che a Marassi ha solo assaggiato di che giocatore stiamo parlando. Strootman, che non è ancora al meglio e non può esserlo, ha già fatto vedere di che cosa sia capace. Quella faccia brutta da sbattere contro gli avversari fa capire quanto la Roma abbia trovato un calciatore caratteriale in più, uno che il regista lo fa con le braccia:mettiti lì, dai la palla a quello, te la do e me la ridai. È uno da «ci penso io», e la squadra lotta,perché chi meglio di lui conosce bene il termine. Lo ha sempre fatto, combattere è il suo dna, sempre, figuriamoci ora, in questa sua seconda vita post-calvario. Ricordiamoci quando, prima dell’infortunio, tanti davano per scontata la partenza dopo appena un anno dall’arrivo: lo aspettava van Gaal al Manchester. Sarebbe stata la plusvalenza delle plusvalenze, roba da applausi; oggi non si parla di una sua partenza, per fortuna della Roma, quindi Kevin, possiamo certificarlo dopo averlo visto a Genova, è il valore aggiunto in campo (plusvalenza tecnica, chiamiamola così). Un in più di carattere, di personalità. Ai tifosi della Roma sono sempre piaciuti i caratteriali, quelli che quando non arrivano sulla palla ti mollano un calcio, caruccio, senza far male per forza. Quelli che si fanno rispettare per il fisico e per gli occhi che ti fissano, quelli che non abbassano mai lo sguardo. Ecco, Strootman era ed è tutto questo. Un calciatore semplicemente straordinario: gioca in tutti i ruoli del centrocampo, ha testa, tiro, sa difendere. Il suo secondo rientro è stato più rassicurante.
MAI SOLO Ora però non lasciamolo troppo solo. Il suo ritorno alla vita coincide con la settimana in cui si è parlato maggiormente delle partenze di Nainggolan e di Pjanic. Magari non andrà via nessuno, o tutti e due, aspettiamo. Ma oggi è bello sognare una rosa di centrocampisti con Kevin, De Rossi, Nainggolan (ci sono Chelsea e Real) e Pjanic (Barça e Bayern Monaco). Sono i tre di Garcia più Radja, il centrocampo che doveva essere due anni fa e che si spera possa esserlo l’anno prossimo. Kevin ieri ha rilasciato un’intervista a Roma radio, dove ha confessato di aver dormito poco la vigilia della sfida di Genova, ha poi ammesso di avere quel pizzico di carattere in più rispetto agli altri. «Me lo dicono molti, forse faccio qualcosa di più per vincere,gli altri parlano con i piedi io forse do segnali in altri modi». Kevin deve molto al professor Pier Paolo Mariani, che ha definito quell’intervento risolutore «tra i primi dieci della mia carriera». E ne ha fatti 1200, mica 1.