(F. S. Intorcia) – La Nazionale che nel passato alimentò feroci dualismi d’attacco questa volta non ha neppure un numero 10. La maglia lasciata nello spogliatoio da Verratti, grande assente insieme a Marchisio, non ha ancora un padrone e questa vacatio è la fotografia della stagnazione azzurra alla voce “talento”.
Fra due giorni, quando il ct diramerà la lista definitiva per la Francia, qualcuno dovrà prendersi numero e responsabilità, ma intanto contro la Scozia Conte ha deciso di non assegnarla, per non dare indicazioni e non snaturare la matrice operaia della sua squadra. «Però se nel calcio bastasse la corsa andrei a prendere il miglior maratoneta che c’è e la 10 la darei a lui…», sorride il ct, consapevole della difficoltà di colmare il gap di genio con la forza del collettivo. Per la penultima amichevole prima dell’Europeo l’Italia è volata a Malta in cerca di affetto e di lauto ingaggio, ma l’assenza di stelle ha raffreddato anche gli isolani, al punto che ieri sera avevano comprato solo cinquemila dei 18mila biglietti disponibili. La Scozia, numero 40 del ranking Fifa, in assetto sperimentale, è stata scelta come sparring partner da Conte per le assonanze a suo avviso tecniche, fisiche e di cultura calcistica con l’Irlanda, terza avversaria dell’Italia all’Europeo. Ma il suo collega Gordon Strachan, personaggio straordinario considerato il Trapattoni di Scozia per le battute salaci e indimenticabili che regala alla stampa, non ha mica gradito l’accostamento: «Mi ero preparato a rispondere a domande sulla Scozia, sull’Italia, su di me, sui miei giocatori. Ma cosa volete che ne sappia io dell’Irlanda? Conte parli della sua Nazionale e non di quelli a cui assomigliamo noi».
È la notte degli esami, in cui il ct prova a togliersi gli ultimi dubbi, ha ritrovato in gruppo Thiago Motta e Montolivo ma non li rischierà, proverà invece De Rossi che deve vincere un fastidio al tendine d’Achille prima di riprendersi del tutto l’azzurro. È il leader che l’Italia aspetta, l’unico singolo di cui il ct accetta di parlare: «Bisogna stare attenti perché il problema che lo affligge è di quelli che può destare preoccupazione, stavolta Daniele gioca e ci auguriamo che la risposta sia positiva. Verrà in Francia solo chi ha una condizione ottimale». Poi le scelte, quelle definitive per completare l’elenco dei 23, Conte le farà martedì dopo aver parlato col medico: non intende aspettare nessuno e terrà conto anche della fragilità di alcuni nelle competizioni brevi, «deciderò in maniera obiettiva e voglio dormire sereno». L’altro rebus riguarda l’attacco, Éder è stato decisivo nelle qualificazioni ma è fuori forma, Immobile cerca una chance. I carichi di lavoro dell’ultima settimana a Coverciano aumentano il tasso di difficoltà.
Prima di entrare allo stadio il ct si è fermato a lungo a parlottare, anzi, ad ascoltare Buffon, il più sincero nell’analizzare questi strani giorni pieni di rassegnazione e disillusione. «È una situazione nuova, questa vigilia non somiglia a nessuna delle precedenti – dice il capitano – le aspettative su di noi non sono altissime ed è un pensiero anche corretto in fondo. Noi dovremo trovare in questo giudizio la molla per sorprendere tutti, anche noi stessi. La pelle la venderemo cara, il carattere di sicuro non ci manca».