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SERIE A ED UN MADE IN ITALY SMARRITO: ORIENTE ED AMERICA ALL’ASSALTO

fotoIndonesia, Cina, Stati Uniti e chissà quanti altri ancora: l’Italia si conferma Paese di dominatori (altrui)

La capitale del calcio italiano, europeo e mondiale presto sarà totalmente nelle mani dell’Oriente. Un tempo Milano guardava tutti dall’alto, con due squadre come Milan ed Inter nella stessa città a rappresentare un lusso che nessun altro sulla faccia di questo pianeta poteva vantare. Da Alibaba a Thohir fino a Pallotta e Tacopina: non finisce ancora qui, perché in uno dei capoluoghi più importanti del Sud è sbarcato un magnate malese che avrebbe promesso al “Bari” la qualificazione in Champions League entro 5 anni.

ANCHE I RICCHI PIANGONO – Due dati risultano evidenti: il primo, la gestione familiare non basta più. Le grandi casate in stile Moratti o Berlusconi devono cedere passo e poltrona ad investitori stranieri, teoricamente in grado di arricchire le dilaniate casse italiane con danaro fresco. In Cina, nella passata sessione di mercato, per la prima volta si è registrata la spesa più alta tra i massimi campionati internazionali. Qui scatta il secondo dato, ancor più lampante: in Italia arrivano i magnati di Serie B. Avete mai sentito parlare lo sceicco del Psg o del City di Fair Play Finanziario? Di vendere prima di spendere? Sicuramente no e alla base di questa semplice deduzione vi sono motivi fondati.

Sponsor: i club sopra citati ma non solo dispongono di alcune delle più potenti sponsorizzazioni al mondo, di cui gli stessi proprietari fanno parte garantendo introiti ingenti atti a coprire le numerosissime uscite per l’acquisto di top player. Stadi: grandissimo problema dei maggiori club italiani, non di proprietà e fatiscenti, a differenza di chi invece in Europa respira ossigeno puro dagli incassi e merchandising di ogni appuntamento casalingo in stagione. In un vortice a catena ecco che il campionato italiano perde di appeal, gli investitori maggiori scelgono l’estero e al Belpaese non restano che le briciole.

I TENTACOLI CINESI SULLA SCALA DEL CALCIOThohir non era quel magnate sognato dai nerazzurri che doveva portar Messi: Pallotta si è dovuto accontentare di secondi posti in serie e di un mercato autofinanziato da numerose e pesanti cessioni, Tacopina ha già abbandonato Bologna per migrare a Venezia e Bari attende di conoscere gli intenti del neo-azionista malese. Dulcis in fundo, Alibaba ed il Milan: dopo Mr.Bee un altro buco nell’acqua? Le voci si fanno sempre più insistente, l’investimento sarebbe da 800 milioni di euro ed il rosso stagionale del Milan sfiora nuovamente i 100 milioni. Forse è abbastanza per convincere definitivamente Berlusconi a lasciar andare un giocattolo che sportivamente parlando è ai minimi storici.

L’Inter sembra ora aprire le porte a nuovi investitori cinesi, segno tangibile di come siamo lontanissimi dal riportare il nostro calcio sulla scia dei top campionati stranieri: qualcuno, sempre di più, rimpiange lo spargimento di patrimonio di Moratti e di quel miliardo in 20 anni di gestione. A tratti no sense, ma a giochi fatti l’ultima opera capace di portare una squadra italiana in cima all’Europa e al Mondo.

Fonte foto: Puntopronostici.it

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