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GAZZETTA DELLO SPORT De Rossi assolve Pjanic: «Esemplare. Non una bandiera»

De Rossi in Belgio-Italia
De Rossi in Belgio-Italia

(M. Cecchini) – Pjanic saluta e gli amici (se ce ne fosse bisogno) lo assolvono. Il bosniaco scrive una lettera aperta ai tifosi giallorossi. «Si è conclusa una delle pagine più importanti della mia vita, non solo sportiva. Saluto Roma dopo aver passato qui un periodo fantastico: ero poco più di un ragazzino quando sono arrivato, questa città.. mi ha fatto diventare uomo e padre. Ricorderò sempre con affetto i tifosi e gli amici che lascio nello spogliatoio e in città».

DE ROSSI E NAINGGOLAN – Difficile che Roma si plachi ma Nainggolan lo saluta così: «A Mire voglio bene, è come un fratello. Sicuramente era meglio giocarci insieme, ma purtroppo nel calcio capita. Io? Sono da sette anni sul mercato e ogni anno succede un macello, non voglio parlarne». Più articolato De Rossi. «Pjanic è stato un compagno esemplare e un professionista impeccabile, si allenava anche quando era malato e ha giocato anche con le infiltrazioni. Dispiace che sia andato a rinforzare una rivale, ma gli vorrò sempre bene. Nella sua cessione non c’è stata responsabilità da parte della società, la clausola è stata pagata. Ha detto “Forza Juve”? E cos’altro doveva dire? Spero che non vinca il campionato. Pjanic non è una bandiera, le bandiere sono altre. Se Pjanic lo fosse stato sarebbe rimasto al Lione, così Nainggolan al Cagliari, Batistuta a Firenze, e così via. Le bandiere sono altre, e i tifosi dovrebbero coccolarle sempre quando è giusto, perché sono rare. Arrabbiarsi con Pjanic non è giusto, poi i tifosi fanno quello che vogliono. Per noi sarà una perdita incredibile, però è andato in una società più forte. La Roma comunque sa trovare buoni giocatori, purtroppo — per quella che è la nostra dimensione — è un po’ più difficile trattenerli. Gli auguri di morte al figlio? Sono follie, cose schifose. Nainggolan? Dopo la partenza di Pjanic, dovrebbe succedere qualcosa di clamoroso perché vada via».

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