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GAZZETTA DELLO SPORT Il tacco, la punta e i gol. Elsha-Roma amore vero

El Shaarawy
El Shaarawy

(C. Zucchelli) – Oggi, salvo sorprese, l’esordio all’Europeo, ieri «uno dei giorni più importanti della mia carriera». Quando tra novembre e dicembre Stephan El Shaarawy ha capito che il Monaco non lo avrebbe riscattato e lo avrebbe rispedito a Milanello, l’Italia di Conte sembrava un miraggio, la serenità pure. L’amore andava così così, la carriera peggio, a stargli accanto solo la famiglia e pochi – ma fidati – amici: spariti tutti quelli che gli facevano da corte quando era una stella del Milan, spariti gli estimatori, qualche richiesta arrivava solamente dalla Cina, ipotesi improponibile per un ragazzo di appena 23 anni, che ne farà 24 soltanto tra qualche mese.

LA CRISI – Uno però, uno che già l’anno precedente ci aveva fatto un pensierino, non lo aveva dimenticato: Walter Sabatini. È per questo che El Shaarawy, nei ringraziamenti di rito su Instagram dopo l’ufficialità del riscatto da parte della Roma, lo ha voluto citare insieme a Pallotta e Spalletti: il d.s. della Roma lo ha incontrato, lo ha fatto parlare con l’allenatore, gli ha detto: «Ho fiducia in te, non mi deludere». Ecco, quella fiducia El Shaarawy se l’è presa come una boccata d’aria fresca del mare della sua Liguria, ha salutato Montecarlo, ha sistemato le questioni di cuore, si è trasferito a Roma e ha ricominciato.

LA RINASCITA – Anche qui, pochi ma fidati amici, la casa all’Eur, il parrucchiere a Ostia, le cene sempre in zona Roma Sud, pochissima vita notturna, come il compleanno di Nainggolan e poco altro: così è rinato fuori dal campo. In campo, invece, si è affidato a Spalletti e al suo staff: non ha saltato un allenamento, si è fatto anche quelli personalizzati senza fiatare, si è preso rimproveri a non finire, pubblici e privati, ha abbassato testa e cresta (che sembra piacere parecchio a Pallotta) senza dire mezza parola fuori posto. In campo è stato quasi perfetto (ma guai a dirlo a quel perfezionista che è Spalletti): 8 gol e 2 assist in 16 partite di campionato, assente solamente nel match col Palermo, 15 gare da titolare, reti di tacco (all’esordio col Frosinone), di testa (nel derby) e a giro, applausi dai tifosi della Roma e da quelli delle sue ex squadre (e ieri ha ringraziato con affetto quelli del Milan), compagni che lo hanno trattato fin da subito come uno del gruppo, società innamorata anche della sua disponibilità per quegli eventi e quelle iniziative collaterali che poco piacciono ai calciatori. Tanto che la sua maglia è, Totti escluso, la più venduta insieme a quella di Salah.

IL FUTURO – Cinque mesi da incorniciare, in cui si è preso tutte le rivincite possibili ma, come ha confidato a qualche amico nei giorni scorsi, «il difficile viene adesso». La Roma ha speso 13 milioni di euro per riscattarlo e si aspetta tanto da lui: il rendimento sottoporta di questa stagione ma, soprattutto, una crescita tattica importante, a cui Spalletti tiene tantissimo. Come, d’altronde, Antonio Conte: in fondo è anche grazie a uno se oggi Stephan è a disposizione dell’altro.

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