A ricordarci che Radja Nainggolan è ancora sul mercato ci ha pensato proprio lui, il ninja. Lo ha fatto parlando a Nina, il lifestyle settimanale di Het Laatste Nieuws, quotidiano belga: «Ci sono stati dei contatti tra Roma e Chelsea, ma non c’è accordo ed io ne resto fuori — dice Radja —. Il Chelsea è un grande club e Conte un allenatore che mi ha sempre voluto, ma dopo 11 anni sarebbe difficile lasciare l’Italia. Qui sto bene, a Roma sono felice. E fino a quando non c’è un contratto firmato non c’è trasferimento».
Allo stato attuale l’accordo non si è trovato per dieci milioni che ballano tra domanda (40 milioni) e offerta (30), ma niente vieta che il Chelsea possa rilanciare, in virtù anche delle pressioni (forti) di Conte per avere il belga. «Andare al Chelsea sarebbe un’opportunità, migliorerei come calciatore e come condizione economica — continua il ninja —. Ma il denaro non è la cosa più importante, non credo di poter migliorare la qualità della mia vita. Ho costruito la mia casa a Roma, dove splende sempre il sole. Rinunciare a tutto questo è difficile, la vita non è solo il calcio. Mi ci vedete in Inghilterra, dove piove sempre?».
Poi Radja ha parlato del suo passato («La mia storia è simile a quella di Mertens, diversa da calciatori che già da piccoli erano considerati dei talenti. Io stella? No, lo sono Messi, Ronaldo e chi sa comportarsi anche fuori. Ecco perché ammiro Hazard: il più grande giocatore del Belgio e il ragazzo più corretto che conosco») e del suo futuro: «Giocherò fino a 33-34 anni, poi arriverà il momento di stare davvero vicino a mia moglie e le due mie figlie (la seconda nascerà dopo l’Europeo, ndr)».Chiusura sull’uomo: «La mia storia è cinematografica: sono cresciuto in un quartiere degradato, senza soldi e senza padre. Il calcio è stato la mia salvezza, potevo prendere una strada sbagliata. Ecco perché mi rende felice aiutare gli altri: molti extra che ricevo li dò via, non ne ho bisogno. I tatuaggi? Ho intenzione di fermarmi qui, nelle gambe non ne ho. Il più importante è quello sulla schiena, con la data di nascita e di morte di mia madre».